Autostima o Narcisismo?

Autostima e narcisismo

Autostima o Narcisismo?

Il termine “autostima” (più psicologico-colloquiale) è strettamente legato al concetto di “narcisismo” (utilizzato in ambito clinico psicoanalitico, ma anche filosofico, sociologico, letterario etc.).

Quest’ultimo presenta un’ampia gamma di sfumature di significato, a seconda del suo utilizzo:

Narcisismo: Definizioni

  • può indicare una caratteristica (generalmente intesa come negativa) della personalità (o un disturbo o difetto strutturale della stessa) e di solito è sovrapponibile a sostantivi come egoismo/egocentrismo, vanità;
  • un concetto della teoria psicoanalitica che può declinarsi sia in una sana autostima e in un amore verso se stessi adeguato ed equilibrato, sia un’eccessiva attenzione verso la propria persona a discapito degli altri;
  • un tema culturale e sociale (oggi viviamo in una “società narcisistica”, argomento che verrà approfondito nella seconda parte questo articolo).

Il termine deriva, come sappiamo, dal mito di Narciso, raccontato da Ovidio ne Le Metamorfosi, che narra di un giovane di bell’aspetto che respinge l’amore della ninfa Eco, per poi – come punizione degli dei – innamorarsi unicamente di se stesso e della propria immagine riflessa… con esiti infausti.

 

Come si sviluppano AUTOSTIMA e NARCISISMO

Per iniziare, ricordiamo che quello del narcisismo è un filone psicologico sano e necessario nello sviluppo psichico originario dell’essere umano. È infatti fisiologico e utile per la sopravvivenza della specie, che un bambino venuto al mondo sia al centro del proprio universo, di quello della madre e della propria famiglia, che gli rimandino un’immagine di sé “totalmente perfetta”.

Durante la crescita deve però inserirsi anche la possibilità di abbandonare gradualmente questa onnipotenza, per integrare nell’identità i propri limiti e la possibilità di affrontare le frustrazioni (un brutto voto a scuola, arrivare per ultimi al torneo…) con un grado tollerabile di disagio psicologico e conservando comunque l’autostima e l’amor proprio (“anche se ho fallito, o ho sbagliato, conservo il mio valore: posso imparare, posso chiedere scusa…“).

Il Narcisismo sano

Se è vero e sano che ci fa piacere sentirci apprezzati ed ammirati, o avere dei successi sul lavoro o in ambito relazionale, da adulti il problema nasce quando l’autostima è “troppa” o “troppo poca”: si tratta peraltro di due rovesci della stessa medaglia. Chi infatti ha “troppa” autostima ed eccede nell’autocompiacimento, magari svalutando chi ha intorno, spesso nasconde una fragilità interiore che cerca di colmare con la ricerca instancabile del prestigio e dell’ammirazione altrui.

Vediamo quali sono le differenze, quali sono i fattori che determinano la scarsa o la buona autostima, e quali problematiche possono insorgere nella coppia e in ambito lavorativo.

 

Autostima, Narcisismo e LEADERSHIP

Tomas Chamorro-Premuzic, psicologo delle organizzazioni argentino esperto nella profilazione della personalità, ha pubblicato nel 2019 un libro dal titolo-domanda: “perchè tanti uomini incompetenti diventano leader?

Il testo parte da un’osservazione: si riscontra, anche se è doloroso ammetterlo, che spesso chi ricopre ruoli di dirigenza e di comando in politica o in ambito aziendale non ne ha le competenze tecniche e umane adeguate. Mostra invece (spesso a detta dei sottoposti, o della popolazione) arroganza, superficialità e mediocrità nell’esecuzione del proprio ruolo.

Il fenomeno sarebbe imputabile ad un errore di fondo nel processo di s/elezione dei leader: caratteristiche come (l’eccessiva) sicurezza in se stessi e l’estroversione, la ricerca del protagonismo, il carisma e la tendenza ad auto-promuoversi incessantemente vengono premiate come indicatori di competenza o di futuro successo. La presunzione d’infallibilità dovrebbe invece far scattare l’allarme nei selezionatori in quanto possibile manifestazione di capacità manageriali inconsistenti e talvolta patologiche, e quindi di potenziale pericolo per l’organizzazione stessa. Lo psicologo argentino sottolinea l’assenza di una correlazione tra sicurezza in se stessi e competenza: il legame è solo apparente.

Autostima e Narcisismo confusi con competenza e talento

Tali caratteristiche possono venire infatti erroneamente equiparate a competenza e talento. Questa osservazione ci fa pensare a come sia facile lasciarsi affascinare dalle personalità “forti” e accentratrici, ritenendo invece l’umiltà e la sobrietà, l’onestà e la trasparenza, la pacatezza e la prudenza non fondamentali nelle posizioni di comando e di guida. Questo errore cognitivo può causare ingenti danni.

Ovviamente, è cosa buona per tutti avere fiducia nei propri talenti e stima di sé. Sappiamo però che un eccesso della cosiddetta “autostima” in posizioni manageriali sconfina pericolosamente in (e può celare) ciò che chiamiamo “narcisismo”, ovvero arroganza, competenza effimera e incapacità di mettersi in discussione, caratteristiche che rendono impossibile un buon clima lavorativo di cooperazione e collaborazione. Un leader con queste caratteristiche rischia infatti di creare un clima tossico che alimenta il turnover (danno economico). Rischia inoltre di ostacolare la produttività e le carriere dei propri dipendenti, quindi la loro soddisfazione professionale e di generare di conseguenza stress, perdita di entusiasmo e frustrazione, in casi estremi il loro burn out.

 

Le caratteristiche del NARCISISMO SANO, ovvero di una BUONA AUTOSTIMA

Un’autostima sana è sinonimo di una sicurezza di sé proporzionata, equilibrata e coerente.
Essa comprende:

  • la capacità di intessere relazioni soddisfacenti e gratificanti, non dominate dal confronto schiacciante e dai paragoni con l’altro; in questo tipo di relazioni c’è un accrescimento reciproco nella differenza, che arricchisce il mondo interno di entrambi i soggetti coinvolti;
  • la capacità di integrare pregi e difetti in se stessi e negli altri; i pregi non sono fonte di vanto eccessivo, e i difetti non vengono svalutati o disprezzati, ma accolti con la possibilità di migliorare, di poterli smussare in un clima di accettazione e comprensione (self compassion);
  • la possibilità di godere dei propri successi e di quelli altrui, nell’ottica per cui, se tutti siamo soddisfatti, il clima generale a livello sociale sarà positivo e cooperativo;
  • la possibilità di essere assertivi, esprimendo le proprie opinioni senza arroganza, e ascoltando con interesse quelle altrui, assieme alla disponibilità a confrontarsi senza prevaricare;
  • presenza di empatia e di intelligenza emotiva, ovvero della una capacità di entrare in connessione con gli altri, di essere empatici e mettersi nei loro panni;
  • la capacità di essere collaborativi e generosi, laddove sia utile e proficuo farlo;
  • fiducia in sé e fiducia nel mondo; chi ha una buona autostima è fiducioso nelle proprie capacità, e anche di risolvere i problemi che incontrerà, come accade a tutti, nella vita.

 

Quali sono invece le CARATTERISTICHE della PERSONA NARCISISTA?

Possono essere presenti, in diversi gradi di profondità o intensità, i seguenti attributi:

  • il narcisista ha una percezione di sé sopravvalutata caratterizzata da egocentrismo. L’elevata autostima è però solo apparente: questa condizione nasconde generalmente un “vuoto” interiore e un’insicurezza di fondo o fragilità che il soggetto cerca di compensare cercando di esibire e sottolineare in pubblico le proprie qualità o meriti, anche esagerandoli;
  • tendenza ad esibire i propri successi, la propria immagine, e le proprie prestazioni sminuendo quelle altrui: per mantenere alta la propria autostima, si svalutano e si denigrano gli altri (se “abbasso” il loro valore, automaticamente innalzo il mio);
  • tendenza all’autocelebrazione e a ricercare l’attenzione come dovuta, togliendola agli altri; all’interno del gruppo, tenderanno a raccontare sempre le proprie esperienze o a vantarsi dei propri risultati, spesso esagerandoli e affermando di essere “esperti” in molti ambiti, dando per scontato che il racconto risulti avvincente e accattivante; nel mettere se stessi in risalto, rimarrà infatti poco spazio per l’interlocutore;
  • ricerca costante di prestigio, adulazione e ammirazione: gli eventuali complimenti ricevuti non andranno però a sedimentarsi e a consolidare l’autostima, in quanto i dubbi sul proprio valore sono ben più profondi. Nel narcisismo si ha quindi un bisogno costante, senza soluzione di continuità, di ricevere rifornimenti in tal senso;
  • sentimenti di invidia verso gli altri, e di vergogna per le proprie mancanze; i propri difetti o fallimenti non vengono accettati, e non è possibile integrarli nella propria identità (Caino invidiava e odiava nel fratello Abele le caratteristiche che lui stesso avrebbe desiderato possedere);
  • tendenza a impersonificare o emulare il personaggio idealizzato che si vorrebbe essere;
  • assenza di empatia verso gli altri, distacco emotivo e incapacità di cogliere il punto di vista altrui; l’interesse che viene eventualmente mostrato verso l’altro, o i tentativi di riparazione in caso di conflitti, non sono autentici ma si tratta di un atteggiamento artificioso per raggiungere i propri scopi; vi è inoltre assenza del rimorso e della gratitudine;
  • tendenza ad essere seduttivi e manipolatori, e a utilizzare gli altri in maniera strumentale per le proprie finalità; le relazioni interpersonali mancano di profondità, di intimità e di un autentico coinvolgimento affettivo;
  • difficoltà ad accettare critiche e osservazioni che non siano completamente confermative;
  • tendenza all’egoismo, all’aggressività e all’egocentrismo, che paradossalmente non sono indice di una sicurezza di sé ma se mai di profondi dubbi rispetto al proprio valore;
  • tendenza a non rispettare le regole, ritenendosi superiori ad esse (ad esempio, aggirare le restrizioni del lockdown, non utilizzare la mascherina anche se obbligatoria…)
  • al di là delle apparenze, vi è profonda insoddisfazione nella propria vita soprattutto a causa dell’impossibilità di costruire relazioni soddisfacenti, e di godersi ciò che si è e si ha e che si è.

Chi possiede queste caratteristiche difficilmente si rivolge ad un percorso di psicoterapia o di sincera messa in discussione o lo fa molto tardi, a meno che venga spinto dal/la partner oppure si trovi ad affrontare una sofferenza psicologica profonda dovuta ad un importante e doloroso fallimento affettivo o professionale.


Il narcisismo, quando rappresenta una struttura patologica, è un difetto della relazione. Ciò significa che la persona che ne soffre (poiché si tratta di una condizione anche molto penosa) è mosso ad agire i propri comportamenti disfunzionali secondo un rigido schema che prevede l’incapacità di amare e di relazionarsi in maniera sana e paritaria. Si tratta di un difetto strutturale, di un imprinting affettivo molto doloroso.


 

Il narcisista GRANDIOSO e il narcisista FRAGILE

Le caratteristiche elencate sopra si riferiscono alla personalità narcisistica “grandiosa” (overt).
All’estremo opposto troviamo il narcisista fragile o “nascosto” (covert), che si distingue per avere una percezione di sé sottovalutata caratterizzata da una bassa autostima, che porta spesso ad un comportamento evitante nelle relazioni. In questi casi, la sofferenza emotiva del soggetto, dovuta alla sua “pelle sottile”, è più evidente, e ci sarà quindi una maggiore predisposizione a richiedere un aiuto psicologico per il proprio disagio.


Autostima – approfondimenti

A breve, su questo tema pubblicherò altri due articoli:

  • L’autostima, da cosa dipende, in cui descriverò i fattori familiari e sociali che la influenzano.
  • L’autostima e il narcisismo nella coppia, come riconoscerli, e quali problemi possono insorgere all’interno delle relazioni affettive.

 

A questo link, la definizione di narcisismo della Società Psicoanalitica Italiana.

Qui puoi scoprire come migliorare l’autostima con l’aiuto di uno psicologo.