06 Feb Psicoanalisi – studio sulla depressione
Una notizia diffusa dall’ANSA il 1.febbraio titola: “Nella ‘guerra delle terapie’ la rivincita della psicoanalisi rispetto alla più breve ed economica terapia comportamentale”.
Questo articolo contrappone
due approcci e modelli storicamente “antitetici” nella cura psicologica:
L’orientamento cognitivo comportamentale infatti, considerato più rapido (e quindi più economico) si fonda sull’idea che il problema, o il sintomo, si possa gestire o eliminare nel presente senza necessariamente indagare in maniera troppo approfondita le cause e la genesi nella storia del soggetto. Il focus è sull’hic et nunc (qui ed ora) del funzionamento del soggetto. La terapia cognitivo comportamentale tende a modificare schemi e abitudini, appunto, cognitivi o comportamentali (pensieri, emozioni, comportamenti) attraverso varie tecniche ed una partecipazione attiva del soggetto coinvolto nella cura. Alcuni modelli tuttavia, e a seconda degli obiettivi che si pongono paziente e psicoterapeuta, è possibile integrare maggiormente anche la rilevanza delle esperienze passate.
L’approccio psicoanalitico
Al contrario, la psicoanalisi sostiene che non si possa prescindere dal trattamento delle motivazioni e cause inconsce, remote e profonde nella psicoterapia. La durata del trattamento è generalmente superiore in quanto a durata. A questo link è possibile accedere ad una spiegazione più approfondita dell’orientamento psicoanalitico.
La ricerca
L’ANSA riprende così un articolo del Guardian che a sua volta riporta i risultati del primo studio condotto dal NHS (National Health System, sistema sanitario nazionale inglese) sulla depressione cronica trattata con psicoterapia psicoanalitica a lungo termine, arrivando alla conclusione che 18 mesi di psicoanalisi, con uno psicoterapeuta di tale formazione, sono più efficaci del trattamento standard, che prevede una terapia cognitivo comportamentale.
I risultati
Dopo due anni, tra i soggetti che erano stati trattati con la psicoanalisi, il 44% non rientrava più nei criteri diagnostici per la depressione maggiore, mentre nel gruppo di confronto la percentuale era solo di un decimo del campione.
Quale PSICOTERAPEUTA scegliere?
A chi mi chiede informazioni, spiego sempre che, al di là di diatribe teoriche rispetto ad un orientamento o l’altro, è importante che lo psicoterapeuta sia esperto e formato, che abbia passione per il proprio lavoro, e che sia possibilmente specializzato nella problematica di cui il paziente intende occuparsi.
Non da ultimo, è fondamentale che tra il cliente abbia la sensazione che con quel professionista ci sia una buona intesa umana, precondizione fondamentale per poter lavorare bene insieme nel percorso di psicoterapia.