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Quello della self compassion è ormai un concetto chiave per raggiungere il benessere emotivo e mentale. Nella ricerca della felicità infatti, spesso ci concentriamo su temi come l'autostima e la fiducia in noi stessi. Tuttavia, si sta facendo strada negli ultimi anni un tema altrettanto importante: quello della self compassion, ovvero l'approccio "compassionevole" verso se stessi. In questo articolo ne esploriamo il significato alla luce di alcuni esempi, e i suoi vantaggi e benefici. E scoprirete che, con qualche accorgimenti e un po' di allenamento, coltivare questa abilità non è poi così difficile. La self compassion è in grado di portare a tutti noi un grande sollievo emotivo. Il mio studio sulla self compassion è ispirato all'attività di Kirstin Neff: consiglio vivamente la lettura del suo libro "La self-compassion. Il potere dell'essere gentili con se stessi" (FrancoAngeli). Cos'è la Self Compassion? La self compassion viene definita come la capacità di trattare se stessi con gentilezza, comprensione e supporto emotivo, soprattutto quando affrontiamo momenti di sofferenza o esperienze di "fallimento". Proprio come faremmo con un caro amico che si trova in un momento di difficoltà. In un mondo che valorizza la performance e in cui siamo costantemente esposti a valutazioni in ogni ambito della nostra vita,...

La sindrome del sopravvissuto è un fenomeno psicologico complesso che coinvolge spesso chi ha vissuto esperienze traumatiche o catastrofiche come incidenti, violenze familiari, disastri naturali, attentati, malattie gravi o altre situazioni ad alto impatto emotivo. In questo articolo approfondiremo la complessità del senso di colpa che può affliggere i sopravvissuti, e le sfide legate alla difficoltà a riabbracciare la vita con gioia e a ritrovare la felicità dopo avere superato eventi di questo calibro. La Sindrome dei Sopravvissuti Si direbbe che, inevitabilmente, dopo essere sopravvissuti (fisicamente o psichicamente) ad un evento drammatico, la reazione naturale sarebbe quella di gioire per lo scampato pericolo, di godersi ogni singolo giorno ricevuto in dono e di valorizzare ogni istante della propria vita. Come spesso accade nel nostro mondo interno, le cose non sono però così semplici. E la sindrome del sopravvissuto ce lo insegna. Spesso, l'emozione che accompagna la vita post traumatica in particolari condizioni è il senso di colpa: il senso di colpa dei sopravvissuti. L'origine del senso di colpa del sopravvissuto Chi ha la fortuna di sopravvivere ad un evento traumatico, che mette la persona a stretto contatto con la morte fisica o psicologica, deve affrontare il senso di colpa...

Film psicologici: se ne contano un'infinità. In alcuni di questi film psicologici, la trama ruota intorno ad un percorso di psicoterapia: vediamoli insieme! Film psicologici che parlano di psicoterapia e di psicoanalisi Anche se non sempre aderenti alla realtà italiana, i film psicologici che parlano di psicoterapia sono molto affascinanti per chi è interessato all'argomento: possono dare un'idea di cosa succede dentro ad una stanza di psicoterapia, e nella relazione terapeutica tra lo psicologo e il suo paziente. Film psicologici e psicoterapia Ecco la raccolta: 1945 - Io Ti Salverò (Alfred Hitchcock) Un autentico capolavoro del Maestro del brivido. In questo film psicologico, un caso di amnesia viene risolto grazie all'utilizzo del metodo psicoanalitico. Un'affascinante psichiatra (Ingrid Bergman) fa di tutto per aiutare il suo innamorato (Gregory Peck, medico anche lui) a scoprire il significato dei suoi sintomi: si rivolgerà al suo vecchio psichiatra supervisore per interpretare gli indizi che li porteranno, passo dopo passo, allo svelamento della verità. Tra questi indizi vi è anche una scena onirica surrealista, chiave di volta per la risoluzione dell'enigma, ricca di simbologia freudiana e sceneggiata magistralmente da Salvador Dalì. In questo film, la donna si avvicina a fare una vera e propria "psicoterapia" al compagno, cosa che, in sede...

I meccanismi di difesa psicologica sono un concetto fondamentale dell'approccio psicoanalitico. I meccanismi di difesa sono processi mentali automatici che aiutano tutti noi ad affrontare situazioni psicologicamente stressanti e a preservare il nostro equilibrio mentale. In questo articolo esploreremo le diverse tipologie di meccanismi di difesa, dal contributo di Freud alle integrazioni di Anna Freud e di altri autori psicoanalitici. Saranno affrontate le differenze tra i meccanismi di difesa primari e secondari e la loro funzione nell'economia psichica, con alcuni esempi per una comprensione più approfondita. Meccanismi di Difesa Psicologica I meccanismi di difesa psicologica rappresentano delle dinamiche psichiche automatiche che il nostro inconscio - tramite pensieri, sentimenti o comportamenti - attiva per proteggerci da conflitti e stress, e da emozioni angoscianti o da pensieri difficili da accettare. Sono modalità che utilizziamo abitualmente per rispondere alle richieste, agli eventi e agli stimoli della vita, e per evitare pericoli e dispiaceri. Questi processi possono essere considerati come una sorta di "armatura" psicologica che ci aiuta a mantenere la stabilità emotiva nella quotidianità, nel breve e nel lungo periodo: dai momenti più comuni agli eventi più stressanti che la vita ci chiama ad affrontare, aiutandoci così a superare le varie difficoltà che incontriamo lungo il...

Eco ansia: è sempre più frequente incontrare questo neologismo nelle notizie dei media o dei social network, tanto che la parola è stata inserita nel dizionario della lingua italiana e viene ormai utilizzata abitualmente anche dalla comunità scientifica. Il sostantivo si riferisce ad una manifestazione emotiva molto attuale. Vediamo in questo articolo cosa significano eco ansia e solastalgia, e come gestire la nostra comprensibile preoccupazione relativa al climate change. Cosa si intende con il termine eco ansia Le notizie riguardanti il cambiamento climatico e le crisi ambientali sono sempre più frequenti, soprattutto nei periodi dell'anno dove l'aumento delle temperature, la mancanza di neve o gli eventi estremi sottolineano un'evoluzione che non sembra essere affatto positiva e che rappresenta una minaccia reale. Sempre più persone si trovano ad affrontare un nuovo tipo di ansia: l'ecoansia. Questo termine descrive il disagio emotivo, la paura e la preoccupazione riguardanti lo stato dell'ambiente e le conseguenze disastrose che il cambiamento climatico potrebbe avere sul futuro dell'umanità in termini di sopravvivenza, salute e malattia. Chi ha coniato questo termine nel 2017 è l'American Psychological Association (d'ora in poi APA), per descrivere l'intersezione tra la salute mentale e il cambiamento climatico: una paura cronica rivolta al destino dell'ambiente, agli eventi...

La salute mentale è uno stato di benessere psicologico, emotivo e sociale in cui un individuo è in grado di affrontare le sfide della vita, di lavorare in modo produttivo, di realizzare il proprio potenziale e di contribuire alla propria comunità. Riguarda il modo in cui pensiamo, sentiamo e ci comportiamo, influenzando il nostro equilibrio emotivo, la nostra capacità di gestire lo stress, di relazionarci con gli altri e di prendere decisioni consapevoli. La salute mentale non è semplicemente l'assenza di disturbi o malattie mentali, ma implica anche la presenza di una serie di fattori positivi che promuovono il benessere psicologico, come la resilienza, l'autostima, l'autonomia, la capacità di adattamento e la consapevolezza emotiva. Salute mentale definizione Coltivare la salute mentale è un processo continuo che richiede consapevolezza, impegno e cura di sé. È importante ricordare che la salute psicologica è un continuum, e ogni persona si trova in una posizione diversa lungo questa scala in diversi momenti della propria vita. Pertanto, è essenziale investire nel proprio benessere psicologico prendendosi cura di sé e del proprio benessere attraverso varie abitudini o pratiche che vedremo in questo articolo. Inoltre, l'accesso a servizi di salute mentale professionale può essere fondamentale per il trattamento di disturbi...

La dipendenza da internet in adolescenza fa paura a molti genitori. Di contro, viviamo in un'epoca in cui l'accesso a internet è diventato una parte essenziale della vita quotidiana, e gli adolescenti non fanno eccezione.  La diffusione delle nuove tecnologie ha comportato radicali cambiamenti nella società e all'interno delle famiglie. Il nostro modo di comunicare e di rimanere in contatto si è profondamente modificato: oggi i messaggi sono istantanei, veloci, immediati, e non per questo meno profondi e importanti. Adolescenza e social network I social network, in particolare, sono diventati una parte integrante dell'esperienza adolescenziale. Queste piattaforme offrono agli adolescenti l'opportunità di connettersi con i loro coetanei, esprimere se stessi e condividere le loro esperienze. Tuttavia, ci sono anche alcune preoccupazioni associate all'uso dei social network da parte dei ragazzi, come la privacy, la dipendenza da internet in adolescenza e il cyberbullismo. La diffusione dei social e delle nuove tecnologie non ha solo modificato i sogni delle nuove generazioni dei nativi digitali, ma ha impatto anche sul loro sviluppo. Infatti, durante l’adolescenza (che è la - ormai lunga - fase di transizione dall’infanzia all’età adulta) i ragazzi si sperimentano sui social network anche rispetto alla propria identità. Anche perché, essendo stata molto protetta dal mondo...

Il Cyberbullismo, o bullismo online, è l’espressione web-mediata del fenomeno da più tempo conosciuto come bullismo. Quest’ultimo è caratterizzato dall’esercizio, reiterato nel tempo, da parte di un bullo, o più propriamente da un gruppo di bulli, di azioni violente e/o intimidatorie su una o più vittime. La tecnologia consente ai cyberbulli di infiltrarsi nella vita e nelle case delle vittime, attraverso messaggi, immagini o video diffusi tramite smartphone o pubblicati in rete. Che cosa si intende per Cyberbullismo? Contrariamente a quanto ci si immaginerebbe, l’etimologia della parola bullismo sembra riconducibile ad una parola olandese “boel”, fratello, poi convertitasi nel termine anglosassone “bully” ossia “tesoro” (riferito ad una persona), ad un amico fraterno insomma. L’appellativo di bullo quindi, inizialmente, non veniva rivolto all’aggressore, al prepotente, ma anzi all’amico importante, al compagno ammirevole e di successo. L’accezione positiva di bravo ragazzo si è poi tramutata in quella negativa, ma risalendo alle origini sembra si possano recuperare due aspetti importanti: quello di un comportamento per lo più perpetrato “tra pari”, tra “fratelli/amici” e quello dell’ascendente che il bullo può avere presso i suoi seguaci.   Differenze tra bullismo e Cyberbullismo In entrambi i casi la vittima può essere sottoposta alle molestie e vessazioni più disparate, siano esse fisiche o...

Il vandalismo è un comportamento dannoso intenzionale che può pregiudicare la funzionalità o l'estetica di una struttura, di un monumento o di altri beni pubblici o privati. I danni causati dal vandalismo possono essere irreparabili e/o costosi da riparare. Insieme alla mancanza di rispetto dell’ambiente, il vandalismo è in realtà correlato al fenomeno del bullismo come azione non solo illegale, ma correlata a tutti quei fattori che abbiamo già citato rispetto al bullismo. Proprio in questi giorni, la stampa riporta un grave episodio di vandalismo avvenuto a Milano. In occasione dell'apertura della M4 nel capoluogo lombardo, sabato 26 novembre 2022 è stata inaugurata anche la nuova area giochi in viale Argonne. Ancor prima della sua inaugurazione, il tavolo da ping pong - dedicato dal Comune di Milano ad un giovane quattordicenne deceduto recentemente in un incidente stradale in città, e grande appassionato di ping pong - è stato deturpato ad opera di ignoti da una tag, ovvero da una firma-graffito. Questo ennesimo episodio suscita rabbia, indignazione e una forma di incomprensione: qual è la motivazione che spinge un soggetto o un gruppo a danneggiare gratuitamente un bene comune, di cui bambini e ragazzi avrebbero dovuto usufruire con gioia, e dal significato così profondo? Cerchiamo di...

La regolazione emotiva è definita come la capacità di un soggetto di essere consapevole del proprio stato emotivo e quindi di regolarlo in maniera funzionale ed adattiva: quando il sistema di regolazione emotiva funziona, abbiamo delle reazioni emotive proporzionate agli eventi che ci accadono. Tali reazioni ci permettono di affrontare gli alti e bassi della vita, di interagire con le altre persone e di comportarci in maniera congrua e costruttiva.   Cosa significa regolare lo stato emotivo? Oltre alla consapevolezza sulle proprie emozioni, questo costrutto comprende la possibilità di gestire il proprio stato emotivo, verso il basso o verso l’alto, quindi arrivando a sentirlo più o meno intensamente: in questo modo, la persona non si sente in balia della propria vita emotiva ma la padroneggia. Le componenti che vengono regolate, attraverso processi cognitivi o comportamentali, possono essere l’ampiezza, l’intensità e la durata della risposta nel reagire agli stimoli emotivi che vengono da fuori o da dentro la persona che sperimenta un’emozione, oltre ai relativi comportamenti che ne conseguono.   LA DEFINIZIONE DEL COSTRUTTO: A COSA SERVE LA REGOLAZIONE EMOTIVA? Regolare le proprie emozioni in un dato momento della vita significa modulare quelle disfunzionali o sgradevoli, e magari soverchianti, raggiungendo uno stato emotivo tollerabile. La possibilità di adattare...