Self Compassion: come imparare la gentilezza verso se stessi
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Metodo Psicoanalitico:
cos’è l’approccio psicoanalitico?
Sigmund Freud,
Neurologo e Psicoanalista
Il metodo psicoanalitico è un approccio psicoterapeutico che si interroga sulle cause profonde del disagio soggettivo e che in questo modo vuole rispondere alle mutevoli manifestazioni del disagio umano e sociale.
Consiste nella ricerca della verità soggettiva cogliendo le varie forme attraverso le quali l’inconscio si manifesta. Il nostro mondo interiore, in gran parte inconscio quindi difficilmente accessibile, è ricchissimo di pensieri, ricordi, emozioni e pulsioni ed è in continua trasformazione; l’analista e il paziente esplorano insieme questo universo alla ricerca delle cause profonde dei comportamenti, delle dinamiche relazionali e della sofferenza di ogni individuo.
I sintomi consci e manifesti (ansia, fobie, difficoltà relazionali…) rappresentano un modo particolare del soggetto di rispondere, con la sua struttura mentale, alle esperienze della sua vita, della sua storia. Diventa allora necessario comprendere l’origine profonda e remota di questi sintomi, e capire e rendere consce le cause dei conflitti. L’obiettivo è quello di rendere possibile per il paziente la rinuncia definitiva ai suoi sintomi o disturbi, determinati da processi inconsci, optando per strategie consce più efficaci e adeguate ai propri desideri e al proprio contesto di vita.
L’approccio psicoanalitico – o il suo derivato psicodinamico – non mira solo direttamente alla risoluzione dei sintomi psicologici, ma si pone un obiettivo più ambizioso. Mira infatti a cogliere e a comprendere il funzionamento complessivo del paziente, con la sua storia, i suoi meccanismi di difesa, le sue resistenze: insomma i suoi fenomeni intrapsichici e anche il suo mondo relazionale.
Il metodo psicoanalitico sottolinea l’importanza dei fenomeni inconsci in tutte le loro manifestazioni, e, più di altri approcci, utilizza la relazione tra paziente e terapeuta come strumento di cura.
Secondo l’approccio psicoanalitico, il passato si ripete nel presente, creando talvolta delle difficoltà al paziente, soprattutto nella sua relazione con le altre persone e con l’ambiente. Questa è la ragione per cui il lavoro psicoanalitico non può prescindere da una comprensione profonda e dinamica della storia della persona.
La psicoanalisi contemporanea non richiede più al paziente di stendersi sul lettino quattro o cinque volte a settimana. Una psicoterapia si può svolgere anche a una o due sedute a settimana, e la lunghezza del percorso psicoanalitico dipende dagli obiettivi che ci si pone. Si tratta comunque di un approccio intensivo ed estensivo che, mirando a comprendere le ragioni inconsce per cui si sono sviluppati i sintomi e le sofferenze del paziente, richiede di fare un viaggio nel tempo per ricostruire la storia di vita e le esperienze della persona.
Il paziente viene incoraggiato ad esprimere emozioni, sentimenti e fantasie che creano disagio – e insieme al terapeuta si ricercherà di far emergere eventuali comportamenti e schemi ripetuti in maniera inconsapevole, o temi ricorrenti che possono portare verso scelte di vita sfavorevoli.
Il terapeuta esplora inoltre le esperienze relazionali precoci del paziente, che potrebbero rivivere in maniera inconscia nei comportamenti attuali.
Il terapeuta psicoanalitico aiuterà il paziente a leggere ed interpretare le sue esperienze di vita, a mettere sotto una luce nuova e inedita il materiale psichico portato in seduta.
Lo scopo è quello di rendere il paziente più consapevole del proprio mondo interno e nelle sue relazioni, attenuare o risolvere la sofferenza e il disagio, per tornare ad essere più libero e padrone della propria vita
Secondo il metodo psicoanalitico, a differenza dell’impostazione medica, un percorso di psicoterapia non mira ad una “restitutio ad integrum”, ovvero a ristabilire le condizioni precedenti l’inizio del sintomo o del disagio. Nella psicoanalisi, il terapeuta aiuta il paziente ad incontrare, proprio nella sua sofferenza e nel suo sintomo, la propria verità soggettiva, e a farla parlare quando chiede di essere ascoltata.
La psicoanalisi comporta per il terapeuta un lungo apprendistato teorico e personale e gli richiede di sottoporsi egli stesso ad un lungo ed approfondito percorso psicoanalitico, allo scopo di conoscere e poter trattare le sofferenze e i conflitti da cui gli esseri umani sono affetti: C.G. Jung sosteneva che lo psicoanalista è un “guaritore ferito”, ovvero ha saputo andare a fondo nelle proprie sofferenze e nei propri conflitti prima di occuparsi di quelli dei suoi pazienti.
Oltre ad essere una cura individuale, la psicoanalisi rappresenta anche un modo di interpretare e leggere la realtà relazionale e sociale e può essere quindi estesa ai gruppi, alle famiglie, alle istituzioni e all’ambito lavorativo.
La cura orientata alla psicoanalisi, nata con Sigmund Freud agli inizi del ‘900, ha saputo ampliarsi e adattarsi ai tempi e ai cambiamenti della società, e integrare nella sua griglia teorica le nuove scoperte nell’ambito delle neuroscienze, della medicina, e delle nuove teorie sociali.
L’approccio psicoanalitico non è più cura psicologica “d’élite”, ma di uno strumento, accessibile a tutti, di interpretazione dei sintomi e della realtà interna ed esterna – purché vi sia la curiosità e la motivazione della persona a conoscere in maniera approfondita se stessa e le cause del proprio malessere o disagio.
Andiamo a scoprire qualche definizione di “psicoanalisi”.
Il termine “psicoanalisi” si riferisce ad una teoria della struttura e del funzionamento della personalità, all’applicazione di questa teoria ad altri settori della conoscenza, ed infine ad una specifica tecnica psicoterapeutica. Questo insieme di conoscenze si basa e scaturisce dalle fondamentali scoperte psicologiche di Sigmund Freud.
“Un’analisi personale anche ben riuscita non crea un individuo perfetto, i conflitti vengono spesso risolti e la personalità rimodellata, vi sono traumi e caratteristiche genetiche da cui si giunge alla conoscenza dei fattori in gioco ed alla modificazione verso forme più mature dei meccanismi di difesa, quindi ad un controllo, ma non si può completamente eliminare il dolore del ricordo, o annullare o modificare del tutto impulsi innati.”
“Compito della psicoanalisi è aiutare il paziente a fare quei sogni che non è stato capace di fare e che si sono trasformati in sintomi.”
“Un lavoro di tipo psicoanalitico si deve fare là dove emerge l’inconscio: in piedi, seduto o disteso; durante la seduta, sulla soglia della porta, al capezzale di un letto d’ospedale, ecc.: ovunque un soggetto sia in grado di far parlare le proprie angosce e i propri fantasmi a qualcuno che si suppone lo ascolti e sia adatto a dare spiegazioni.”
“Durante tutta l’analisi e ancora oggi non ho mai smesso di meravigliarmi di fronte al lavoro stupendo che avviene tra il conscio e l’inconscio.”
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