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DIPENDENZA AFFETTIVA:
come uscirne grazie alla psicoterapia
DIPENDENZA AFFETTIVA
come uscirne attraverso la psicoterapia
Il termine “dipendenza affettiva” è entrato, sempre di più negli ultimi anni, nel nostro linguaggio comune al pari delle diciture “amore tossico“, “relazione tossica” e “abuso emotivo“.
Si tratta di forme di legame molto diffuse nella nostra società. Chiunque si interessi di psicologia ormai conosce il significato di queste parole: nel presente articolo vogliamo approfondire questa tipologia di dipendenza e le sue caratteristiche in maniera più precisa e scientifica.
Per esigenze di scorrevolezza, utilizzerò la forma che si presenta con più frequenza, in cui è la donna ad aver sviluppato la dipendenza affettiva e in cui il partner maschile la alimenta. Le dipendenze affettive possono però riguardare anche gli uomini, e si riscontrano le medesime dinamiche anche all’interno di coppie omosessuali.
In maniera analoga, in qualsiasi relazione che sia significativa per la vita di una persona (nel rapporto genitori-figli, nei rapporti amicali o verso il proprio capo) è possibile vivere un legame caratterizzato dalla dipendenza affettiva.
La dipendenza affettiva non è in realtà una diagnosi che troviamo nel manuale dei disturbi psicologici e mentali (DSM-V). Si tratta però di un pattern di comportamenti, pensieri, sensazioni ed emozioni molto preciso e spesso ripetitivo, una sindrome psicologica con delle caratteristiche ricorrenti che viene classificata come “dipendenza comportamentale“.
Possiamo definire le dipendenze affettive come un modo patologico di entrare in relazione.
Essere “dipendenti” all’interno di una relazione non è però necessariamente malsano. Il bisogno di relazione è infatti naturale per l’essere umano e fa parte dei nostri bisogni fondamentali.
Deve trattarsi appunto di una “dipendenza sana“, che comporta da un lato l’accettazione dei vincoli del legame, e dall’altro la capacità di tollerare la mancanza e l’attesa.
Siamo in grado di percepirci some soggetti separati, i confini vengono rispettati e conserviamo la nostra autonomia individuale.
Vediamo quindi quali sono i sintomi e le caratteristiche della dipendenza affettiva disfunzionale.
I sintomi delle dipendenze affettive hanno a che fare con il comportamento, e i relativi pensieri, sentimenti, emozioni e sensazioni riguardanti lo “stare con il partner a tutti i costi”, anche quando i costi emotivi sono veramente molto alti. Entriamo quindi nel dettaglio.
Nella dipendenza affettiva si riscontrano le seguenti caratteristiche:
Il pensiero che esistano queste possibilità genera forte ansia e sentimenti depressivi.
Oltre ad un fattore neurobiologico riguardante la dopamina (che ritroviamo anche nelle altre forme di dipendenza), è possibile affermare che le dipendenze affettive si radicano nelle esperienze infantili di affetto che abbiamo avuto con i nostri genitori.
Chi attira il dipendente affettivo?
Chi sviluppa dipendenza affettiva?
Si riscontra a livello statistico che spesso – ma non necessariamente – le persone coinvolte in una dipendenza affettiva abbiano particolari caratteristiche della personalità.
Le tipologie di personalità che possono avere caratteristiche in comune con dipendenze affettive sono:
Nella scelta del partner, le persone predisposte alla dipendenza affettiva spesso scelgono dei partner con tratti narcisistici. Questo accade poiché, per le ragioni citate prima, le persone bisognose di conferme rispetto alla propria autostima tendono a ripetere gli schemi relazionali disfunzionali. Infatti:
Con questa combinazione di caratteristiche, si crea un circolo vizioso che si autoalimenta, e il cui il dipendente lo è sempre di più, proprio poiché il partner gli sfugge e non è rassicurante.
A proposito di questa dinamica, puoi leggere il mio articolo sul love bombing: una strategia messa in atto dai partner narcisisti per rendere l’altra persona dipendente e insicura, e per nutrire il proprio ego.
Di dipendenza affettiva maschile si parla di meno. In effetti è statisticamente più rara come pattern, ma non per questo meno invalidante. La dipendenza affettiva maschile comporta le medesime dinamiche di dipendenza e lo stesso tipo di coinvolgimento e di sofferenza.
Gli uomini con dipendenza affettiva dalla partner vengono “trattati male” dalla compagna, che tende a sfruttarli e ad essere sfuggente a livello affettivo, e incostante nell’accudimento adulto. Mi è capitato spesso di sentire che l’uomo dipendente era oggetto anche di sfruttamento economico, o coinvolto in vere e proprie truffe a suo danno. Ciò nonostante, il partner rimane legato e non riesce a separarsi. L’intermittenza affettiva ricevuta crea un circolo vizioso che lega e vincola sempre di più.
Nella dipendenza affettiva maschile donna che viene idealizzata ha generalmente dei tratti narcisistici che le conferiscono un apparente ruolo di forza e di dominanza, mentre l’uomo è quello considerato fragile, inadeguato e bisognoso di cure. L’uomo rinforza il narcisismo della donna attraverso una dedizione e una venerazione assolute, è dedicato interamente a lei e si sacrifica per ottenere che la relazione continui. Lo scopo è quello di scongiurare l’abbandono o il rifiuto.
Il quadro che si viene a creare nella dipendenza affettiva maschile è spesso più drammatico di quella al femminile: si possono configurare dei veri e propri abusi emotivi che lasciano l’uomo in uno stato di sfinimento, di impotenza e di disperazione.
La codipendenza è definita come una relazione tra due persone dipendenti.
Potremmo sintetizzare così: il dipendente affettivo è dipendente dal partner, mentre il partner è dipendente dall’alcol/dalle sostanze/ dal gioco etc.
Il legame è simbiotico ed eccessivamente chiuso verso l’esterno. Si tende a volersi salvare a vicenda, colludendo reciprocamente con le rispettive dinamiche. Ci si percepisce come poco individuati e, al contrario, ci si sente come fusi in maniera indissolubile con l’altra persona. Questo tipo di legame ha dei costi emotivi molto alti.
Chi chiede aiuto per guarire dalla dipendenza affettiva è, generalmente, molto sofferente poiché si trova in una fase avanzata della dipendenza: si tratta di anni e talvolta di decenni di legami che hanno creato disagio e sofferenza in maniera crescente.
Quello che rende però difficile guarire dalla dipendenza affettiva è l’AMBIVALENZA:
Infatti, per di potersi allontanare dalla relazione distruttiva, è spesso necessario lavorare prima “da dentro”, quindi su se stessi e sulle proprie dinamiche, allo scopo di preparare il terreno emotivo per la separazione fino a sentirsi sufficientemente forti e pronti per farlo.
Per liberarsi dalla dipendenza affettiva è utile – e talvolta necessario – rivolgersi ad un professionista esperto nelle dipendenze affettive. Si tratta di percorsi spesso discretamente lunghi e impegnativi, che richiedono costanza e pazienza, costellati da passi indietro e ricadute. Questo accade proprio perché si ha a che fare con una forte ambivalenza, con schemi relazionali molto antichi e spesso accompagnati da forti resistenze al cambiamento (del resto, se fosse semplice liberarsi dalle dipendenze affettive, non sarebbero così diffuse).
Nel processo di guarigione, è sicuramente utile riconoscere le eventuali caratteristiche disfunzionali del partner e del legame. Tuttavia, attribuire tutta la responsabilità al partner non è sufficiente. Occorre – senza colpevolizzarsi – assumersi la responsabilità di averlo scelto e di aver portato avanti il rapporto, e chiedersi come mai non si riesce a interrompere questo legame che crea così tanta sofferenza. Insomma: che cosa c’è di noi dentro quella relazione, e dentro il perché siamo rimasti invischiati.
Dott.ssa Chiara Venturi Psicologa Milano, Psicoterapeuta e Consulente di Coppia.
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