Self Compassion: come imparare la gentilezza verso se stessi
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Come può aiutare la psicoterapia a smettere di fumare?
Smettere di fumare è il proposito di moltissimi fumatori. In maniera proporzionale alla frequenza di questa intenzione, è la difficoltà nel portarla a termine. La dipendenza fisica e quella psicologica (più insidiosa e duratura) rappresentano un grosso ostacolo per chi afferma: “Da domani smetto!”
Sono ben noti i rischi per la salute di questa “cattiva abitudine”, ma questa consapevolezza non sembra essere sufficiente per decidere di smettere di fumare.
La scienza però ci viene in aiuto: esistono alcune strategie e aiuti efficaci per supportare l’abbandono delle sigarette.
Vediamo in questo articolo quali sono.
Tutte queste motivazioni sono realistiche ma non necessariamente si verificheranno. Alcune di esse possono essere paure irrazionali che rappresentano una “scusa” per non prendere la decisione di smettere di fumare. Parlarne con un professionista (medico o psicologo specializzato) potrà aiutarti anche in questo senso.
Alcuni metodi proclamano slogan come “Smetti di fumare subito e senza sforzi con i nostri consigli”. Si tratta nella maggior parte di promesse miracolose, ma fumatori sanno quanto sia tosto smettere. Nulla vieta però di provare le varie strategie più comuni.
Questi sono i metodi che abitualmente le persone utilizzano per cercare di abbandonare il fumo.
Per alcuni possono essere efficaci, per altri sono troppo poco incisivi e occorre un supporto in più.
Detta così, sembra una tortura. In effetti il fumatore che vuole smettere non ha vita facile, generalmente.
Partiamo dai benefici come incentivo. Vediamo poi come il fumatore che desidera smettere può essere aiutato.
A chi si rivolge a me per smettere di fumare, chiedo sempre all’inizio:
“Quanto è la tua motivazione da 0 a 100? Quanto sei motivato a smettere di fumare?“
Sotto una certa soglia, sono io stessa a sconsigliare dell’inizio di un percorso con me. Ci vuole infatti una certa dose di determinazione e di buona volontà per non incappare in tentativi fallimentari che possono alimentare il circolo vizioso del fumo.
La prima cosa saggia che si può decidere di fare è rivolgersi ad un Centro Antifumo del SSN (ce ne sono circa 400 in tutta Italia). In questi centri verrà valutata la situazione individuale e si verrà inseriti in un percorso con l’obiettivo di aiutare a smettere di fumare. Tale percorso prevede di solito l’assunzione di un farmaco per la disassuefazione dal fumo che agisce sui recettori della nicotina (“toglie la voglia”), e degli incontri regolari per valutare il progresso.
Per trovare il Centro più vicino a te, è sufficiente googlare “centri antifumo” e il nome del luogo dove vivi, ad esempio “Centri Antifumo Milano”.
Come spiegato in questo articolo dal Dott. Roberto Boffi, pneumologo responsabile del Centro antifumo all’Istituto dei Tumori di Milano, il solo farmaco può non bastare.
In questi casi è utile accompagnare l’iter con un percorso di psicoterapia.
Vediamo quale.
EMDR è un metodo psicoterapeutico efficace e validato scientificamente per la rielaborazioni di eventi traumatici o negativi.
Parallelamente, esistono dei protocolli specifici per varie situazioni particolari. Uno di questi è il protocollo Feeling-State per le dipendenze del Dr. Robert Miller. Dopo avere seguito il suo seminario nel 2016, ho iniziato ad applicare il protocollo per una serie di casi: dipendenza dal fumo, dal cibo, e dipendenze affettive.
Tale metodo si concentra su ciò che di positivo la persona ricerca nella sigaretta: sentirsi più adeguati e meno soli, ricerca di conforto, sentirsi parte del gruppo etc.
Si ritiene infatti che il comportamento del fumo sia un comportamento appreso e poi mantenuto perché associato ad emozioni e stati d’animo positivi.
È infatti normale e sano ricercare emozioni positive, ma il problema è che per alcune persone la soddisfazione di questi desideri si è “legata” al fumare, alla routine della sigaretta etc.
“Sganciando” quindi la sensazione positiva dal comportamento messo in atto, sarà più facile abbandonare l’abitudine della sigaretta e smettere di fumare definitivamente.
Questo protocollo, come altri protocolli utilizzati per le dipendenze, sono efficaci perché lavorano sulle motivazioni inconsce (quelle che non ricordiamo o che non conosciamo) che alimentano la dipendenza dal fumo, allo scopo di disinnescare o indebolire le motivazioni che portano a voler fumare.
Altri protocolli EMDR utilizzano la desensibilizzazione per ridurre la potenza dei trigger (elementi scatenanti la voglia di fumare), come luoghi, momenti della giornata, odori, situazioni, associazioni, etc.
Si lavorerà inoltre sulle eventuali ricadute e sulla prevenzione delle stesse.
Si lavorerà per rafforzare le risorse personali, il senso di padronanza e di autostima, per realizzare la visione del sé “non fumatore” proiettata nel futuro.
Un percorso di psicoterapia ben condotto promuove conoscenza e consapevolezza rispetto alla dipendenza da fumo (perché fumo e perché non riesco a smettere?).
Aiuta a gestire il vuoto di identità causato dall’abbandono del comportamento del tabagista, e aiuta a sviluppare dei comportamenti funzionali da mettere in atto in tutte quelle occasioni in cui in passato avremmo fumato una sigaretta.
Psicologa Milano Psicoterapeuta Dott.ssa Chiara Venturi: contattami per richiedere una consulenza o maggiori informazioni.
Non propongo soluzioni miracolose né facili: occorre un certo impegno, costanza, e come dicevo prima, la motivazione.
Posso garantire però che farò una valutazione realistica delle possibilità terapeutiche mie e del paziente, applicherò con impegno e professionalità i metodi e le tecniche che ho appreso, e che ritengo più adeguati, per raggiungere insieme l’obiettivo condiviso: riuscire a smettere di fumare definitivamente. Il fine comune è anche quello di arrivare, durante il percorso, al sollievo e al beneficio dell’abbandono della dipendenza anziché vivere il sacrificio e la mancanza della sostanza.
Scopri in questo articolo come funziona la terapia EMDR.
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