Ansia anticipatoria: come superare la paura della paura?

ansia anticipatoria come combattere la paura della paura

Ansia anticipatoria: come superare la paura della paura?

Ansia anticipatoria: il nome stesso di questo sintomo psicologico ci indica che la paura della paura stessa si manifesta quando avvertiamo sensazioni di forte disagio, angoscia e paura pensando ad un’azione o una situazione che dovremo affrontare, e abbiamo paura di stare male. Spesso è accompagnata da previsioni di scenari catastrofici che ci riguardano e che potrebbero verificarsi in un prossimo o remoto futuro.

Come si chiama la paura di avere paura?

Il nome della paura della paura è: ansia anticipatoria.

Paura della paura: quando si manifesta

L’ansia anticipatoria si può manifestare al pensiero di dover fronteggiare qualcosa che percepiamo come pericoloso o rischioso o incerto: un esame, una nuova conoscenza, un viaggio, un colloquio di lavoro. La mente crea delle immagini negative di scenari futuri, prima ancora che quello stato diventi reale. Queste immagini mentali anticipatorie pessimistiche producono emozioni disturbanti che possono influenzare la nostra quotidianità.

Questa forma è perfettamente normale e fisiologica se è occasionale o dura per un periodo di tempo limitato. Se si verifica magari quando dobbiamo affrontare qualche situazione nuova o particolarmente impegnativa e sfidante, siamo nell’ambito di un vissuto piuttosto comune. Diventa invece eventualmente più problematica, e invalidante, qualora si cronicizzi e porti al rifiuto di vivere alcune situazioni perché portatrici di timori già provati in passato.

A livello diagnostico, l’ansia anticipatoria si manifesta soprattutto come correlato del disturbo da attacchi di panico e delle fobie: in queste situazioni, il soggetto proverà la “paura della paura” all’idea di confrontarsi con le situazioni, o con i luoghi e gli oggetti temuti.

Ansia anticipatoria e attacchi di panico

Chi soffre o ha sofferto di attacchi di panico conosce molto bene la paura della paura: in questo caso, il timore è che recandosi nel luogo, o avvicinandosi alla situazione, in cui generalmente si sperimenta un attacco di panico, il sintomo si possa nuovamente scatenare, anticipando così addirittura lo scatenamento dell’attacco stesso. L’ansia anticipatoria e gli attacchi di panico sono quindi strettamente correlati e vanno a creare un circolo vizioso che si autoalimenta.

Ansia anticipatoria e fobie

Anche per quanto riguarda le fobie, è molto comune anticipare mentalmente l’incontro con l’oggetto fobico temuto. Se soffro di aviofobia (paura di volare), prima di prendere un aereo potrò trascorrere diversi giorni con alti livelli di ansia e di disagio. Se soffro di ornitofobia (paura dei volatili) alla sola idea di attraversare piazza del Duomo a Milano, notoriamente piena di piccioni, proverò una forte ansia anticipatoria, assieme alla paura di sperimentare ancora una volta una violenta sensazione emotiva.

Ansia anticipatoria nelle relazioni sociali

Ad un livello più relazionale, l’ansia anticipatoria può rendere difficile e problematico esporsi in ambito sociale. Per esempio, nella frequentazione con qualcuno, nel parlare di fronte ad un pubblico, o anche semplicemente nel dover sostenere la propria opinione di fronte ad un interlocutore. Insomma: tutte le volte che dobbiamo cimentarci in ambito sociale e quindi entrare in relazione con qualcuno.
In tutti questi casi, il fattore sottostante la “paura della paura” è il senso di inadeguatezza, legato ad una scarsa autostima: temiamo di fallire e di esporci al giudizio altrui, e la rinuncia a partecipare o la fuga rappresentano spesso la strada intrapresa per non provare queste emozioni così difficili.

Il “rimedio” per l’ansia anticipatoria: l’evitamento

L’ansia anticipatoria è, infatti, il motore scatenante di molti comportamenti di evitamento, sia nella sfera personale come quella lavorativa. Si parla ad esempio di fobia sociale se si evitano situazioni che prevedono il contatto diretto con gruppi di persone, agorafobia o paura dei luoghi chiusi se sono ad esempio i viaggi a rappresentare la fonte di paura.

La persona affetta dal disagio può iniziare ad evitare i luoghi o le situazioni che creano ansia o panico: si tratta di un meccanismo di difesa che, evidentemente, ha lo scopo di proteggere il soggetto da una sofferenza talvolta intollerabile.

Le persone che ne sono affette potrebbero decidere quindi di rinunciare ad un volo aereo, ad un primo appuntamento, o ad un’occasione lavorativa perché inibiti – e talvolta paralizzati – dall’ansia che li attanaglia all’idea di vivere quell’esperienza.

Un’altra modalità di evitamento è la procrastinazione, ovvero la tendenza a rimandare le attività anche importanti che creano ansia, sostituendole con altre meno ansiogene.

L’evitamento come vantaggio secondario

L’evitamento può anche rappresentare un vantaggio secondario del sintomo: avere l’ansia ci “permette” così di evitare situazioni che per qualche ragione conflittuale non vogliamo affrontare.

Ad esempio, chi soffre di attacchi di panico e necessita di un accompagnatore per recarsi in un certo luogo, potrebbe voler continuare (consapevolmente o inconsciamente) a beneficiare di tale compagnia… In questi casi, le ansie di abbandono sono spesso protagoniste: non guarire dal sintomo in questo caso è un “vantaggio” perché consente di “tenere” anche l’accompagnatore (spesso, con costi molto alti per la qualità di vita).

Le cause della paura della paura

Per cominciare, è utile ricordare che c’è un’emozione che rappresenta la base biologica dell’ansia: la paura.

La forma di anticipazione di pensieri negativi è però spesso dettata da conflitti psicologici sottostanti, o da una mancanza di fiducia nelle nostre capacità (come avviene nella sindrome dell’impostore), che porta il cervello a immaginare potenziali problemi, errori, pericoli. La paura è in realtà un’emozione sana, vitale e utile per tutti gli esseri umani, e appartiene al nostro sistema cognitivo ed emotivo da secoli: serve infatti per difenderci dai pericoli e per tenere alta l’allerta in caso di bisogno.

Non si può negare che vi sia una certa utilità, in termini di evoluzione e di sopravvivenza, nel prevedere e nell’avere paura di situazioni pericolose o minacciose per la nostra sopravvivenza e per il nostro Sé!

Diventa chiaramente un problema nel momento in cui dilaga e si trasforma in una reazione abituale che limita la nostra sfera personale o lavorativa. La società moderna nella quale viviamo sembra essere strutturata per aumentare l’ansia anticipatoria in ognuno di noi: nella complessità della vita attuale, non siamo in grado di controllare tutto quello che succede, mentre spesso chiediamo a noi stessi di avere e di tenere tutto sotto controllo. Se non trattata a tempo debito, la paura della paura può innescare un meccanismo circolare di insoddisfazione e sfiducia che può portare a sentimenti depressivi e di frustrazione.

I sintomi dell’ansia anticipatoria

L’ansia anticipatoria normalmente è caratterizzata da sintomi fisici molto simili a quelli del disturbo d’ansia generalizzato. Tra i più comuni ci sono:

  • nodo alla gola o alla bocca dello stomaco;
  • tensione corporea e irrigidimento;
  • sudorazione;
  • tachicardia o battito accelerato anche in assenza di attività fisica;
  • stanchezza;
  • disturbi gastrointestinali, come la nausea o il bisogno di recarsi spesso in bagno.

 

Paura della paura: sintomi psicologici

I sintomi più squisitamente psicologici possono riguardare:

  • difficoltà a concentrarsi e a provare gioia;
  • svogliatezza e perdita di energia e vitalità;
  • difficoltà a decidere cosa fare, e tendenza a rimuginare sugli eventi passati e futuri;
  • paura di perdere il controllo;
  • tensione e allerta costante anche in assenza di reale pericolo;
  • insonnia e disturbi del sonno;
  • sentimenti depressivi dovuti alle continue rinunce;
  • preoccupazione all’idea di affrontare la quotidianità o il futuro;
  • tristezza e senso di impotenza;
  • tendenza al ritiro sociale, come conseguenza dell’evitamento.

 

Ansia anticipatoria: cura e rimedi

Per fortuna, è possibile affrontare questa forma d’ansia con strumenti adeguati e alla portata di tutti, che ci permettano di mantenere uniti e collegati corpo e mente. A volte è possibile riuscirci da soli, ma altre volte l’aiuto di una psicoterapia può essere la via più efficace da percorrere.

È importante ad ogni modo ricordarsi di una cosa: per combattere questa ansia (come vale per le altre tipologie di ansia) l’obiettivo non dev’essere quello di eliminarla dalla propria vita (anche perché impossibile), ma piuttosto va conosciuta, compresa e ridimensionata, imparando a gestire le reazioni, senza rimanerne vittima. Un lavoro sempre utile è quello di cercare di comprendere le origini e le cause del sintomo: cosa esso dice di noi e della nostra storia, e quali sono le ragioni per cui il sintomo rimane con noi anche dopo molti anni.

Come superare la paura della paura

Ecco qualche consiglio:

  • Attività come la meditazione, l’attività sportiva in generale, la respirazione controllata o guidata, lo yoga o la mindfulness sono ottimi stratagemmi per ridurre l’ansia, per stare con la nostra attenzione sul corpo anziché sui pensieri, e aiutarlo a rilassarsi. Ciò è molto utile anche per contrastare la sensazione di tensione corporea dovuta all’ansia. Queste tecniche vanno però apprese e allenate in momenti di calma e di tranquillità, per essere poi utilizzate in maniera efficace in caso di bisogno. Lo sport, o la danza, o qualsiasi attività che amiamo e che utilizzi il corpo, è molto utile grazie alla liberazione di endorfine, il nostro antidepressivo naturale!
  • Imparare a fermare il fiume dei propri pensieri e porsi le giuste domande è un secondo passaggio molto importante per quando i sintomi cognitivi sono più accentuati.
  • Spostare il focus dell’attenzione, distrarsi, cercando magari la compagnia di persone con cui stiamo bene. Spesso, sentire che anche le altre persone hanno preoccupazioni o ansie ci fa sentire meno soli nell’affrontare il nostro problema.
  • È essenziale modificare l’atteggiamento mentale di paura e angoscia che si sta vivendo, cercando di riconoscere gli aspetti positivi e sfidanti della situazione da affrontare.
  • Abituarsi all’incertezza e all’imprevisto, cogliendone anche gli aspetti vitali.
  • Concentrarsi sul qui e ora, proprio come insegna la mindfulness, è uno dei modi migliori per imparare a gestire l’imprevisto e una vita fatta, inevitabilmente, di incertezze.
  • Rafforzare propria autostima: a questo link trovi dei consigli utili per avere cura della propria autostima.

 

Come gestire l’ansia anticipatoria: attenzione ai pensieri intrusivi!

Il flusso di pensieri razionali che attraversa la nostra mente ogni giorno può essere interrotto a volte dai cosiddetti pensieri intrusivi, che possono alimentare la paura della paura. Sono definiti come pensieri irrazionali, disturbanti e potenzialmente spaventosi che intervengono durante la nostra vita quotidiana. Spesso i pensieri intrusivi comportano il sorgere di domande preoccupanti che cercano di fare un’analisi dello stesso pensiero.

Il circolo vizioso dei pensieri intrusivi nell’ansia anticipatoria si alimenta proprio di queste domande: esse trasformano quello che prima era un pensiero estraneo in un pensiero di realtà, e portano il cervello ad attivarsi e ipotizzare addirittura eventuali comportamenti per sopravvivere. L’aiuto di uno psicoterapeuta può essere molto utile anche in questo caso perché permette all’individuo di riconoscere questi pensieri, distinguerli da quelli razionali e dunque dare loro la giusta rilevanza. In parallelo, come anticipato sopra, per riuscire a dialogare con la propria mente e diventare sempre più consapevoli, è senz’altro molto utile un atteggiamento “mindful”, ovvero gentile, accogliente e non giudicante, verso i pensieri che in ogni secondo della nostra vita si affacciano alla nostra mente.

Curare l’ansia anticipatoria con la terapia EMDR a Milano

L’EMDR (Eye Movemente Desensitization & Reprocessing) è un metodo psicoterapeutico molto efficace per lavorare, spesso con tempi anche piuttosto rapidi rispetto alla durata della psicoterapia, sulle cause del disagio psicologico e quindi risolverlo. L’utilizzo dei movimenti oculari, o di altri canali per la stimolazione bilaterale, permette di rielaborare gli eventi negativi o traumatici sottostanti alla sofferenza psichica e ai sintomi psicologici. Questo approccio può essere molto utile quando alla base dell’ansia, del panico o della fobia ci sono eventi specifici chiaramente riconducibili al sintomo.

A questo link puoi scoprire come funziona la terapia EMDR.

Come superare l’ansia anticipatoria con la psicoterapia psicoanalitica

La psicoterapia psicoanalitica indaga le cause profonde dei nostri sintomi, che molto spesso sono causati da conflitti inconsci. Il metodo psicoanalitico e il tuo psicoterapeuta ti aiuteranno a scoprire se ci sono dei vantaggi secondari che alimentano e sostengono il sintomo, e quali sono le ragioni profonde che ci portano ad evitare alcuni luoghi o eventi. Le domande – non semplici da affrontare da soli, a cui la psicoterapia psicoanalitica può aiutarti a rispondere – sono:

Di cosa ho davvero paura?
Che cosa mi sta comunicando questo sintomo?
Da cosa sto cercando di proteggermi?

Spesso le persone affrontano queste ed altre domande quando vi sono è costretti perché la sofferenza è troppo intensa. L’aiuto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta con cui si instauri una buona relazione di fiducia, in questi casi, è fondamentale.


La Dott.ssa Venturi è psicologa psicoterapeuta a Milano, ed è una terapeuta psicoanalitica ed è specializzata nell’approccio EMDR. Contattala attraverso l’apposito form per richiedere informazioni o un appuntamento per il primo colloquio.


A questo link puoi leggere quali sono le differenze tra ansia e stress, e come ridurre lo stress in maniera efficace con l’aiuto di uno psicologo.