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Eco ansia: è sempre più frequente incontrare questo neologismo nelle notizie dei media o dei social network, tanto che la parola è stata inserita nel dizionario della lingua italiana e viene ormai utilizzata abitualmente anche dalla comunità scientifica. Il sostantivo si riferisce ad una manifestazione emotiva molto attuale. Vediamo in questo articolo cosa significano eco ansia e solastalgia, e come gestire la nostra comprensibile preoccupazione relativa al climate change. Cosa si intende con il termine eco ansia Le notizie riguardanti il cambiamento climatico e le crisi ambientali sono sempre più frequenti, soprattutto nei periodi dell'anno dove l'aumento delle temperature, la mancanza di neve o gli eventi estremi sottolineano un'evoluzione che non sembra essere affatto positiva e che rappresenta una minaccia reale. Sempre più persone si trovano ad affrontare un nuovo tipo di ansia: l'ecoansia. Questo termine descrive il disagio emotivo, la paura e la preoccupazione riguardanti lo stato dell'ambiente e le conseguenze disastrose che il cambiamento climatico potrebbe avere sul futuro dell'umanità in termini di sopravvivenza, salute e malattia. Chi ha coniato questo termine nel 2017 è l'American Psychological Association (d'ora in poi APA), per descrivere l'intersezione tra la salute mentale e il cambiamento climatico: una paura cronica rivolta al destino dell'ambiente, agli eventi...

Perché ho paura di morire? La paura della morte è la paura fondamentale ed inevitabile dell’essere vivente. L’angoscia di morte è infatti sottesa a tutte le religioni che, in un modo o nell’altro, tentano di mitigare la disperazione della nostra finitezza. Anche alla filosofia con i suoi strumenti cerca di dare un senso alla morte. Per non sentire questa paura, noi uomini ci rifugiamo nel frastuono e nelle attività, abbiamo riempito la notte di luci, e il silenzio di rumori. Pare che sulla terra non esista più il silenzio assoluto in natura: pare che gli scienziati l’abbiano cercato senza trovarlo, persino nei posti più sperduti. Abbiamo fatto come i bambini che hanno paura del buio e del vuoto e lo riempiono di voci per il terrore della notte e della solitudine… situazioni che evocano la paura morte. Una buona parte dei disturbi psichici psichiatrici gira attorno a questo nodo centrale. Abbiamo paura di morire perché desideriamo vivere. Spesso è proprio quando si ha paura di morire, ovvero di perdere la vita che si riesce ad accettarla, che sentiamo il bisogno di “curarci”, di abbandonare cattive abitudini, di valorizzare quello che abbiamo. Ansia - paura di morire in psicologia La mortalità ci perseguita dalla notte dei tempi. Tutti, uomini,...

Il Cyberbullismo, o bullismo online, è l’espressione web-mediata del fenomeno da più tempo conosciuto come bullismo. Quest’ultimo è caratterizzato dall’esercizio, reiterato nel tempo, da parte di un bullo, o più propriamente da un gruppo di bulli, di azioni violente e/o intimidatorie su una o più vittime. La tecnologia consente ai cyberbulli di infiltrarsi nella vita e nelle case delle vittime, attraverso messaggi, immagini o video diffusi tramite smartphone o pubblicati in rete. Che cosa si intende per Cyberbullismo? Contrariamente a quanto ci si immaginerebbe, l’etimologia della parola bullismo sembra riconducibile ad una parola olandese “boel”, fratello, poi convertitasi nel termine anglosassone “bully” ossia “tesoro” (riferito ad una persona), ad un amico fraterno insomma. L’appellativo di bullo quindi, inizialmente, non veniva rivolto all’aggressore, al prepotente, ma anzi all’amico importante, al compagno ammirevole e di successo. L’accezione positiva di bravo ragazzo si è poi tramutata in quella negativa, ma risalendo alle origini sembra si possano recuperare due aspetti importanti: quello di un comportamento per lo più perpetrato “tra pari”, tra “fratelli/amici” e quello dell’ascendente che il bullo può avere presso i suoi seguaci.   Differenze tra bullismo e Cyberbullismo In entrambi i casi la vittima può essere sottoposta alle molestie e vessazioni più disparate, siano esse fisiche o...

La regolazione emotiva è definita come la capacità di un soggetto di essere consapevole del proprio stato emotivo e quindi di regolarlo in maniera funzionale ed adattiva: quando il sistema di regolazione emotiva funziona, abbiamo delle reazioni emotive proporzionate agli eventi che ci accadono. Tali reazioni ci permettono di affrontare gli alti e bassi della vita, di interagire con le altre persone e di comportarci in maniera congrua e costruttiva.   Cosa significa regolare lo stato emotivo? Oltre alla consapevolezza sulle proprie emozioni, questo costrutto comprende la possibilità di gestire il proprio stato emotivo, verso il basso o verso l’alto, quindi arrivando a sentirlo più o meno intensamente: in questo modo, la persona non si sente in balia della propria vita emotiva ma la padroneggia. Le componenti che vengono regolate, attraverso processi cognitivi o comportamentali, possono essere l’ampiezza, l’intensità e la durata della risposta nel reagire agli stimoli emotivi che vengono da fuori o da dentro la persona che sperimenta un’emozione, oltre ai relativi comportamenti che ne conseguono.   LA DEFINIZIONE DEL COSTRUTTO: A COSA SERVE LA REGOLAZIONE EMOTIVA? Regolare le proprie emozioni in un dato momento della vita significa modulare quelle disfunzionali o sgradevoli, e magari soverchianti, raggiungendo uno stato emotivo tollerabile. La possibilità di adattare...

Ansia anticipatoria: il nome stesso di questo sintomo psicologico ci indica che la paura della paura stessa si manifesta quando avvertiamo sensazioni di forte disagio, angoscia e paura pensando ad un’azione o una situazione che dovremo affrontare, e abbiamo paura di stare male. Spesso è accompagnata da previsioni di scenari catastrofici che ci riguardano e che potrebbero verificarsi in un prossimo o remoto futuro. Come si chiama la paura di avere paura? Il nome della paura della paura è: ansia anticipatoria. Paura della paura: quando si manifesta L'ansia anticipatoria si può manifestare al pensiero di dover fronteggiare qualcosa che percepiamo come pericoloso o rischioso o incerto: un esame, una nuova conoscenza, un viaggio, un colloquio di lavoro. La mente crea delle immagini negative di scenari futuri, prima ancora che quello stato diventi reale. Queste immagini mentali anticipatorie pessimistiche producono emozioni disturbanti che possono influenzare la nostra quotidianità. Questa forma è perfettamente normale e fisiologica se è occasionale o dura per un periodo di tempo limitato. Se si verifica magari quando dobbiamo affrontare qualche situazione nuova o particolarmente impegnativa e sfidante, siamo nell'ambito di un vissuto piuttosto comune. Diventa invece eventualmente più problematica, e invalidante, qualora si cronicizzi e porti al rifiuto di vivere alcune situazioni perché...

Stress da matrimonio: tante cose da fare e un grande cambiamento da affrontare. Come affrontare i preparativi e superare l'ansia e lo stress da matrimonio? di Angela Altomare con la consulenza della dott.ssa Chiara Venturi, psicologa e psicoterapeuta La lista degli invitati da stilare, la cerimonia da organizzare, le bomboniere da scegliere così come gli addobbi in chiesa, il vestito da sposa, il trucco. E poi c’è la casa da arredare e tante altre cose alle quali pensare prima di arrivare al giorno del fatidico sì. Ma attenzione allo stress da matrimonio! Ad andare in crisi a volte quando ci si prepara ad affrontare il grande passo non sono solo le nostre tasche, ma anche il rapporto a due. Spesso il periodo che precede il matrimonio viene vissuto dai futuri sposi all’insegna dell’ansia da matrimonio e della tensione. Le ripercussioni sul rapporto di coppia naturalmente non mancano, così il sogno di “due cuori e una capanna” a volte rischia di trasformarsi in un vero e proprio incubo. Matrimonio e stress da preparativi Perché il matrimonio può essere vissuto come un evento molto stressante? Lo stress matrimoniale dei preparativi - spiega la dottoressa Venturi - è legato alle aspettative rispetto al grande giorno, che gli sposi...