Rinforzo intermittente in psicologia: come ci condiziona e come determina i nostri comportamenti

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Rinforzo intermittente in psicologia: come ci condiziona e come determina i nostri comportamenti

Quando parliamo di rinforzo intermittente intendiamo una strategia, una tecnica utilizzata a vario titolo per legare a sé, o ad uno specifico comportamento, un soggetto.

Viene ad esempio utilizzata nelle slot machine elettroniche durante il gioco d’azzardo, oppure per mantenere alta l’attenzione degli utenti nel social network, ma anche, in ambito relazionale, all’interno della relazione tossica tra una persona narcisista e la persona che ne è dipendente affettivamente.

Vediamone nel dettaglio i meccanismi.

L’apprendimento attraverso l’esperienza

Tutti noi impariamo attraverso l’esperienza. Cosa significa? Che in base alle esperienze che facciamo, impariamo a fare previsioni sugli eventi che potrebbero capitare, e prevediamo anche le conseguenze che possono avere i nostri comportamenti.

Questo processo mentale è piuttosto automatico e approssimativo, e viziato da numerosi bias. Ci serve però per orientarci nel mondo, catalogare gli eventi, prendere decisioni e di avere un certo controllo su quello che succede e su come possiamo influenzare la realtà che ci circonda.

Il rinforzo positivo in psicologia

In psicologia, il rinforzo positivo consiste nel premiare e ricompensare un determinato comportamento per promuoverne la ripetizione. Ad esempio:

  • si verifica tutte le volte che, quando ci impegniamo in qualcosa con successo, otteniamo una gratificazione:
    • studio molto e prendo un voto alto → sono motivato a ripetere l’esperienza;
    • faccio una buona torta e i commensali mi fanno molti complimenti → sono contenta e soddisfatta, e sarò motivata ad invitarli nuovamente, gratificando loro e me stessa (in questo caso si tratta di una ricompensa di tipo sociale: ricevere elogi, complimenti e gratificazioni);
  • si verifica quando stiamo bene con una persona e desideriamo rivederla;
  • i cani antidroga vengono addestrati premiandoli ogni volta che eseguono il loro compito con successo:
    • → saranno motivati a ripetere l’esperienza e diventeranno sempre più bravi ed esperti nello svolgere il compito.

 

In caso di rinforzo positivo, è più probabile quindi che il comportamento si ripeta. Tale meccanismo funziona proprio perché è collegato ad uno schema prevedibile e rassicurante: tutte le volte in cui il cane fa ciò che il padrone gli ha chiesto, riceve un biscottino (ricompensa di consumo). Il cane imparerà ad associare, in maniera sempre più rafforzata, che un determinato comportamento produrrà una risposta che genera piacere. E il comportamento, rinforzato positivamente in maniera costante, tenderà a ripetersi.

Si tratta di una metodologia molto utile e diffusa a livello educativo, per esempio coi bambini e con gli animali.

Ma ciò non avviene sempre secondo queste modalità, poiché possono presentarsi dei risvolti inaspettati:

Se il rinforzo positivo avviene in maniera sempre costante e prevedibile, diciamo in maniera “troppo” frequente, esso va incontro a saturazione. Questa particolarità ci introduce all’argomento del presente articolo: il rinforzo intermittente.

Il rinforzo intermittente a intervalli casuali

Cosa accadrebbe se, a fronte del medesimo comportamento, il cane ricevesse ogni tanto, ad intervalli casuali, delle botte oppure nessuna risposta, anziché il biscottino? Non inizierebbe a pensare di trovarsi in un mondo governato dall’imprevedibilità, e non si ritroverebbe a desiderare sempre più ardentemente la gratificazione, proprio perché questa si verifica in maniera casuale?

Infatti, quando il rinforzo viene somministrato appositamente in maniera occasionale e/o randomizzata, gli effetti possono essere davvero devastanti: si crea una dipendenza dall’occorrenza imprevedibile della risposta piacevole. Una ricompensa intermittente genera infatti ansia, e si cerca di trovare sollievo a questa sensazione sgradevole proprio attendendo una nuova ricompensa. Quest’ultima, proprio perché si presenta in maniera casuale, è sempre più desiderata, e il soddisfacimento del bisogno sarà sempre più gratificante.

La base biochimica

Tale meccanismo si radica nella biochimica: durante la gratificazione, la dopamina (un neurotrasmettitore molto importante nel meccanismo della gratificazione e del piacere) viene prodotta dal nostro cervello e rilasciata nell’organismo tutte le volte che otteniamo una gratificazione.

Se un comportamento viene rinforzato in maniera positiva e costante (ovvero TUTTE le volte), il soggetto andrà inoltre incontro ad una sorta di noia o sazietà, come se si “stufasse” della prevedibilità e della sicurezza. Infatti, quando la gratificazione e il piacere che ne otteniamo sono prevedibili, i meccanismi cerebrali della ricompensa vanno incontro ad assuefazione, e le scariche di dopamina saranno meno potenti e meno euforizzanti.

Questa è la ragione per cui il rinforzo intermittente a intervalli casuali è più potente del rinforzo positivo continuo: un rafforzamento occasionale dei premi, in alternanza con punizioni o nessuna risposta, crea un legame biochimico ed emozionale molto molto forte.

L’apprendimento è quindi tanto più forte e duraturo quando i premi sono intermittenti, imprevedibili e di importanza o entità variabile.

 

Il padre del concetto di rinforzo: Skinner

Burrhus Frederic Skinner studiò approfonditamente negli anni ’40 i meccanismi psicologici del rinforzo, del condizionamento e della ricompensa. Lo psicologo scienziato osservò per esempio come, somministrando a dei topolini del cibo attraverso una leva che potevano premere per ottenere questa ricompensa, gli animali, posti di fronte ad una ricezione irregolare e “intermittente” della stessa, sviluppavano una vera e propria dipendenza dalla gratificazione.

 

Il rinforzo intermittente nei social network

Come spiegato in maniera approfondita nel documentario “The Social Dilemma” di Netflix, i social network sfruttano principalmente il meccanismo del rinforzo intermittente per tenerci attaccati agli schermi. Attraverso dei complessi algoritmi, il computer somministra a noi utenti dei contenuti interessanti/ dei like/ delle reazioni dei follower ad intervalli irregolari, in modo da farci sviluppare una vera e propria assuefazione e dipendenza dallo scrolling. L’intervallo casuale di contenuti poco utili alternati a contenuti euforizzanti ci tiene attaccati all’applicazione che stiamo utilizzando, inconsapevolmente in attesa della nuova scarica di piacere. Il meccanismo neurobiologico alla base è sempre quello del rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere.

Per chi non conoscesse ancora il documentario, ne consiglio vivamente la visione: è molto istruttiva.

 

Il rinforzo positivo intermittente nel gioco d’azzardo

Lo stesso meccanismo si verifica nelle slot machine: come dei topolini affamati premiamo la leva, o schiacciamo il tasto alla disperata ricerca della ricompensa (la vincita). Siccome essa si verificherà in maniera casuale e intermittente, si sviluppa la dipendenza che porta a premere i pulsanti ancora e ancora, in attesa del rinforzo positivo e della sensazione di piacere legata alla vittoria. Quest’ultima, com’è ovvio, si verifica in maniera rara e imprevedibile, alimentando la spinta a giocare di nuovo, anche spinti dal desiderio di rifarsi (“questa è l’ultima volta, perché magari è quella giusta“). Inoltre, tendiamo a notare e a ricordare di più i casi di vincita, in quanto sono più “salienti”. La frequenza in cui viene “presentata” al giocatore la vincita o premio è appositamente studiata per stimolare alla prosecuzione del gioco e per alimentare la dipendenza.

Il tipo di dipendenza dal gioco che si sviluppa ha un nome ben preciso: la ludopatia.

 

Rinforzo intermittente in amore: il rinforzo intermittente del narcisista 

Nel modo in cui si relaziona una persona narcisista con gli altri, troviamo diversi atteggiamenti manipolatori, tra cui il rinforzo intermittente.

In questo caso, il comportamento consiste nel gratificare la persona a cui è legato in maniera incostante e sfuggente, con alti e bassi, mandandola in confusione e legandola così a sé in maniera sempre più dipendente.

Esempio di rinforzo intermittente del narcisista

Ecco alcuni esempi di rinforzo intermittente da parte del narcisista manipolatore:

  • inonda di messaggi e poi sparisce
  • si allontana bruscamente dopo un momento di (apparente) intimità
  • fa sentire la propria preda al massimo della gioia attraverso l’adulazione, per poi svalutarla pesantemente
  • seduce e poi abbandona o diventa sfuggente
  • seduce avvicinandosi e poi mette bruscamente una distanza
  • torna proprio quando io mi stavo staccando, e finalmente stavo un po’ meglio…

 

Questo tipo di comportamenti producono alla lunga una potentissima dipendenza affettiva in cui la “vittima” attende sempre con maggiore dubbio, ansia, struggimento e strazio il ritorno del narcisista (che, generalmente, torna). La vittima attende di risperimentare quell’intensissimo – e casuale – appagamento emotivo che, proprio perché imprevedibile, altamente gratificante ed eccitante.  Per poi dileguarsi ancora una volta, lasciando la malcapitata nuovamente in braghe di tela, con la fame d’aria, con la sensazione di vivere sulle montagne russe. Lasciano così la vittima a fare i conti con delle sofferenze emotive lancinanti, in attesa di un ritorno del piacere che possa alleviare il vuoto e l’angoscia che lasciano.

Si tratta di una forma di relazione tossica, asimmetrica, abusante emotivamente e “ingiusta”, in cui non esistono l’equilibrio, la sintonia emotiva sana e la reciprocità.

Di che relazioni si tratta?

Si tratta tipicamente di quelle relazioni per cui le persone intorno chiedono alla vittima:

Ma perché non ti separi?
Perché non lo lasci, se ti fa soffrire e non ti da sicurezze?
Perché permetti che ti tratti così?

Da fuori, sembra semplice: se il rapporto fa soffrire, non è amore ma si tratta di un rapporto distruttivo. Come abbiamo visto però, il rinforzo intermittente può radicarsi profondamente nel nostro mondo emotivo.

Più la vittima investe sul rapporto, più si illuderà che vale la pena continuare a farlo. Un circolo vizioso di questo tipo si rafforza sempre di più ad ogni ciclo di rinforzo intermittente e di punizione, rafforzando sempre di più la dipendenza man mano che gli alti e bassi si susseguono. La vittima si impegnerà sempre di più per ottenere la gratificazione, fino anche ad annullare la propria autostima e/o ad ammalarsi emotivamente. E inizierà a giustificare l’abusante tramite delle spiegazioni che normalizzano i suoi comportamenti:

(“mi ama e me lo dimostra a volte, so che sta cambiando…”;
“mi ha mandato un messaggio dopo tanto tempo chiamandomi “tesoro”, significa che ci tiene a me…
“).

Come per il gioco d’azzardo, si ritroverà a pensare: “questa è l’ultima volta, perché magari è quella buona“.

Rinforzo intermittente e manipolazione

  • Il rinforzo intermittente,
  • come l’aggressività passiva,
  • il gaslighting,
  • il love bombing,
  • il breadcrumbing,
  • l’hoovering,
  • il ghosting

rappresentano, a vario titolo, delle strategie manipolatorie attraverso le quali un soggetto narcisista (ma non solo lui/lei), impedisce alle persone a cui si lega di separarsi.


Love bombing e rinforzo intermittente

Il love bombing è strettamente connesso alla dinamica del rinforzo intermittente. In tale atteggiamento manipolatorio, il narcisista “inonda” inizialmente la sua preda di un amore romantico smisurato, per poi diventare incostante, imprevedibile, svalutante e sfuggente. Per la trattazione di questo argomento, si rimanda al mio articolo approfondito specifico sul love bombing.


Come reagire alle strategie manipolatorie del narcisista

C’è una sola risposta: allontanarsi e praticare il NO CONTACT. Cosa significa?

Significa eliminare qualsiasi contatto, sia diretto sia indiretto, con l’abusante emotivo. Anche perché il distacco diventa più difficile man mano che la durata del rapporto aumenta. Pertanto, è importante separarsi il prima possibile.

Significa:

  • non parlare più con lui/lei né con qualcuno che abbiamo in comune;
  • bloccarlo su tutti i canali di possibile contatto (telefono, mail, social network, etc.);
  • non guardare più il suo profilo facebook, eliminare gli amici in comune, non pubblicare più qualcosa con l’intento che lui/lei lo veda;
  • non frequentare luoghi in cui potremmo incontrarlo/a, non passare “per caso” sotto casa sua con la speranza di incontrarlo/a;
  • last but not least: mantenere questa mancanza di contatto PER SEMPRE, anche a distanza di anni.

Un aiuto psicologico con uno psicoterapeuta, in questo tipo di situazioni, è consigliabile. Può capitare infatti che non si riesca ad uscire da questi legami da soli/e. Soprattutto se si tratta di modalità relazionali che hanno radici profonde, e che sono state apprese durante l’infanzia.


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