Effetto Rosenthal o effetto Pigmalione: la profezia che si autoavvera

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Effetto Rosenthal o effetto Pigmalione: la profezia che si autoavvera

In psicologia l’effetto Pigmalione è anche noto come effetto Rosenthal, dal nome dello studioso tedesco che per primo lo ha approfondito e divulgato. Si tratta di una particolare forma di suggestione o condizionamento che porta un soggetto a subire a tal punto l’aspettativa delle altre persone, da influenzare – in positivo o in negativo – le proprie azioni e i propri risultati. Si potrebbe anche comunemente leggere questo effetto come una sorta di “profezia che si autoavvera“. Vediamo in questo articolo come funziona questo effetto e che conseguenze può avere.

Effetto Pigmalione cos’è

L’effetto Pigmalione è un fenomeno psicologico che si verifica quando le aspettative che abbiamo riguardo a una persona o a un gruppo di persone influenzano il modo in cui interagiamo con loro. Queste aspettative possono essere positive o negative e hanno un impatto sulle prestazioni delle persone con cui entriamo in relazione.

Effetto Pigmalione: perché si chiama così

Il termine effetto Pigmalione deriva dalla mitologia greca. Si racconta infatti nelle Metamorfosi di Ovidio che lo scultore Pigmalione forgiò la statua di una donna talmente perfetta che finì per innamorarsene. Supplicò quindi la dea Afrodite di far prendere vita alla scultura in modo da poterla sposare.

Effetto Rosenthal a scuola: l’esperimento e la profezia che si autoavvera

Per comprendere meglio questo meccanismo è necessario citare l’esperimento in psicologia sociale realizzato da Robert Rosenthal e Lenore Jacobson negli anni ’60 che sottoposero alcuni bambini di una scuola elementare californiana a un classico test d’intelligenza. Conclusa la prova, Rosenthal e il suo team scelsero casualmente (indipendentemente dai risultati ottenuti) alcuni bambini (circa il 20%), e diedero ad intendere ai loro insegnanti che questi bambini fossero dotati di un intelligenza sopra la media, e che avrebbero presto iniziato a fare progressi rapidi nell’apprendimento.

Effetto Pigmalione e apprendimento: l’effetto Rosenthal in classe

L’anno seguente Rosenthal tornò nella stessa scuola e scoprì che la resa scolastica dei bambini selezionati era stata decisamente più elevata rispetto a quella dei loro compagni: erano diventati i migliori della classe. La suggestione, ovvero l’aspettativa che avessero un’intelligenza sopra la media, era stata tale da influenzare il loro rendimento solo grazie al condizionamento positivo degli insegnanti che credevano in loro, che si aspettavano dei progressi e che quindi li avevano incoraggiati e stimolati. Di conseguenza, i bambini avevano reagito in modo positivo, con interesse ed impegno maggiore.

In sintesi, se un insegnante reputa un allievo intelligente e capace, e nel vede il potenziale, lo tratterà in modo diverso e “speciale” favorendone la crescita e lo sviluppo.

Se per certi versi questo esperimento può essere considerato davvero poco etico, ha permesso alla psicologia sociale di scoprire i potenti effetti della profezia che si autoavvera: questo fenomeno, da ora in poi, si chiamerà “effetto Rosenthal“.

Effetto Rosenthal negativo o effetto Golem

Se l’esperimento di Rosenthal è senza dubbio un esempio di suggestione positiva, è anche vero che può condizionare negativamente la nostra vita. Se l’effetto Pigmalione può portare grandi vantaggi e incentivi, quando funziona al contrario può essere pericoloso ed avere ripercussioni negative a livello individuale e sociale, esercitando una spinta in direzione opposta.

L’effetto Pigmalione negativo viene anche definito effetto Golem, dal nome del gigante di argilla antropomorfo, privo di qualità intellettive, raffigurato nella mitologia ebraica.

Le aspettative e i preconcetti negativi delle persone intorno a noi possono infatti convincerci di avere dei limiti, impattando inesorabilmente sul nostro futuro e sulla nostra capacità di raggiungere gli obbiettivi che ci siamo posti. Si tenderà ad identificarsi con l’immagine negativa che ci viene rimandata dal mondo esterno e, più o meno consapevolmente, a realizzarla.

Effetto Pigmalione e il suo contrario a scuola: i rischi

L’effetto Rosenthal può quindi funzionare anche al contrario ed avere anche delle conseguenze negative: se gli insegnanti ritengono i bambini meno dotati li tratteranno – soprattutto inconsciamente – di conseguenza. I bambini avvertiranno questo giudizio e tenderanno ad identificarvisi realizzare proprio queste aspettative. Si instaura così un circolo vizioso basato su giudizi più o meno consapevoli rispetto al rendimento atteso, che influenzano l’idea che il bambino ha di se stesso.


Ne consegue che, come adulti in un ruolo educativo (insegnanti ma anche genitori, nonni, zii etc.), abbiamo una grande responsabilità verso i minori con cui siamo in relazione. Poiché le aspettative che abbiamo nei loro confronti condizionano il rapporto e interpersonale e il loro rendimento.


Cosa può fare un insegnante per superare l’effetto Rosenthal e anzi utilizzarlo per il bene dei propri studenti?

  • avere in mente che le proprie valutazioni possono essere distorte dai pre/giudizi e dalle aspettative (bias cognitivi);
  • cercare di distribuire le proprie attenzioni equamente tra tutti gli studenti;
  • prestare attenzioni se si avvertono dei sentimenti rinunciatari e di rassegnazione verso uno o più studenti in particolare;
  • valorizzare i talenti soggettivi di ogni persona, anche quando sono più nascosti;
  • utilizzare feedback verbali premianti e incoraggianti verso tutti i propri studenti;
  • prestare attenzione ai bias cognitivi verso gli studenti che hanno origini culturali, etniche, o socio-economiche differenti;
  • tutto ciò richiede una particolare attenzione verso le categorie di alunni che partono svantaggiati (studenti con una diagnosi di DSA, studenti che hanno una famiglia poco presente alle spalle, etc.).

Come si manifesta nella vita in generale: il circolo vizioso – oppure virtuoso?

L’effetto Pigmalione si manifesta nella vita in generale. Ad esempio, se una persona è considerata intelligente o capace da amici o familiari, tenderà ad avere prestazioni migliori. Al contrario, se una persona è considerata meno intelligente o capace da chi gli sta intorno, tenderà ad avere prestazioni peggiori.

Questa dinamica funziona in entrambe le direzioni:

  1. il soggetto X ha delle aspettative nei confronti di Y
  2. queste convinzioni promuovono degli specifici comportamenti di Y
  3. i comportamenti di Y rafforzano le convinzioni iniziali di X
  4. i comportamenti di Y rafforzano le convinzioni di Y
  5. e via dicendo…

 

Questo principio risulta particolarmente importante quando ci sono dei problemi relazionali: un figlio che non ascolta, un partner o gli amici che deludono le nostre aspettative, etc.


Effetto Rosenthal nello sport

Naturalmente, il concetto può essere applicato anche all’ambito sportivo: se l’atleta percepisce che l’allenatore crede in lui e che ne vede le potenzialità, è più probabile che l’atleta si alleni con maggiore impegno e motivazione, cercando di dare il meglio di sé e migliorando così effettivamente le proprie prestazioni.

Allo stesso modo, se le preferenze verso certi atleti sono spiccate, gli altri potranno sentirsi trascurati e ritenere – probabilmente a ragione – che l’allenatore non stia puntando su di loro. Potranno sentirsi frustrati, arrabbiati e meno motivati, inficiando così la propria prestazione sportiva.

Effetto Rosenthal e i suoi effetti sociali

Questo fenomeno ha importanti implicazioni sia nella vita quotidiana sia nella società in generale. Ad esempio, gli stereotipi negativi riguardo a determinati gruppi sociali possono influenzare il modo in cui vengono trattati dagli altri, e portare così a comportamenti guidati dal rinforzo negativo. In questi casi, il circolo vizioso può essere molto pericoloso: alcuni gruppi sociali, spesso minoritari, che subiscono le proiezioni negative della maggioranza, tenderanno a confermare tali pregiudizi fino a diventare dei capri espiatori. Si rafforzerà una spirale che può portare a sempre maggiore isolamento e discriminazioni.

Se è impossibile vivere in un mondo privo di stereotipi e pregiudizi, è però possibile prestarvi attenzione e fare caso a come tali valutazioni ci guidano nella vita quotidiana.

Effetto Rosenthal nel rapporto genitori figli

Le aspettative che i genitori hanno sui propri figli sono parte integrante del loro ruolo educativo. Nel rapporto genitori-figli l’effetto Rosenthal può essere ancora più insidioso. Sappiamo bene infatti che, per quanto possiamo prestare attenzione, i figli – e ancora prima della loro venuta al mondo! – vengono caricati di fantasie e di aspettative (come si chiamerà, che carattere avrà, sarà estroverso o introverso, assomiglierà al padre o alla madre?, che lavoro farà…).

Dei propri figli ci saranno aspetti infatti che li faranno assomigliare a noi, o essere completamente diversi, ci saranno caratteristiche che comprendiamo ed altre con cui non riusciamo ad entrare in empatia. Questo non è necessariamente un male, ma occorre monitorare la propria rappresentazione interna del figlio lungo il corso di tutta la sua crescita e lungo l’evoluzione del rapporto.

Cosa può fare un genitore per superare l’effetto Pigmalione e anzi utilizzarlo per il bene dei propri figli?

  • fornire rinforzi positivi verbali e comportamentali è sempre molto importante;
  • prestare attenzione ai propri pregiudizi, che guidano nelle aspettative che abbiamo, ma che sono anche spesso limitanti;
  • prestare attenzione a non caricare i propri figli di aspettative eccessive e stressanti, magari proiettando su di loro dei desideri che in realtà sono del genitore stesso (“voglio che tu diventi un medico, perché io non ne ho avuto le possibilità“);
  • prestare attenzione a non caricare i propri figli di aspettative irrealistiche dando per scontate le sue qualità: il rischio è infatti che, dando per scontato un certo successo, non si riesca a trasmettere il valore dell’impegno necessario per raggiungere i propri sogni;
  • ascoltare valorizzare le loro inclinazioni e i loro talenti, anche quando differiscono dai nostri.

 

Effetto Pigmalione nella coppia e in amore: un esempio

Poniamo che una ragazza si consideri poco interessante, e poco attraente. Ha paura che il fidanzato si stufi di lei, e che possa trovare qualcuna di meglio. Probabilmente interpreterà i movimenti di autonomia del ragazzo (ad esempio un’uscita con i propri amici) come conferma del proprio scarso valore. Spesso, in questi casi le rassicurazioni durano poco e non sono mai definitive.

Il rischio è che si possa creare una relazione sbilanciata tra il partner “forte” e quello “debole”, oppure una relazione all’insegna della dipendenza affettiva.

Su questo argomento, consiglio la lettura del mio articolo sul fenomeno della coazione a ripetere, ovvero come accade che nelle relazioni ripetiamo gli stessi schemi anche quando ci fanno del male.

Effetto Pigmalione in azienda e sul lavoro

L’effetto Pigmalione può manifestarsi anche in ambito lavorativo. Ad esempio, se un dipendente è considerato molto dotato o capace dal proprio capo, tenderà probabilmente ad avere prestazioni migliori. Al contrario, se un dipendente avverte la sfiducia del proprio capo, è probabile che sperimenti una mancanza di soddisfazione e quindi di motivazione.

Per queste ragioni, affinché l’ambiente di lavoro diventi più sano, produttivo e vantaggioso per tutti, è importante puntare sulle gratificazioni e sugli incoraggiamenti, attraverso premi e feedback positivi e costruttivi. Va da sé che se il capo o manager che tratta i suoi dipendenti o collaboratori in maniera sottovalutante o peggio svalutante e umiliante, non li aiuterà a sviluppare il loro massimo potenziale ma ne depotenzierà le prestazioni lavorative.

Un buon manager dovrebbe aiutare i membri del team a a credere in se stessi, prestando attenzione a non trasformare gli eventuali errori in giudizi difficili da scrollarsi di dosso, e prestando attenzione ai propri preconcetti (ad esempio: “una dipendente che è anche mamma non potrà mai fornire le stesse prestazioni di una donna senza figli“) .

Come superare l’effetto Pigmalione e migliorare i rapporti interpersonali

Dopo aver compreso i meccanismi e le conseguenze che può avere l’effetto Pigmalione, possiamo iniziare ad agire con più consapevolezza. Un atteggiamento reciproco aperto e fiducioso verso le persone che ci circondano e da cui siamo circondati ci incoraggia a dare il meglio, a crescere e a sentirci al meglio nei nostri legami importanti, affettivi e lavorativi.

Se è vero che l’autostima è un costrutto molto complesso che dipende da vari fattori, per trarre dei sani benefici dai nostri rapporti interpersonali è importante osservare noi stessi e i nostri rapporti con gli altri:

  • analizzare e diventare consapevoli delle aspettative che hanno su di noi le persone che ci circondano;
  • chiederci se stiamo cercando di raggiungere un obiettivo per uniformarci ad esse, oppure perché lo desideriamo davvero;
  • essere consapevoli che non è sempre necessario produrre prestazioni eccellenti, ma che con l’impegno è possibile migliorare e trasformarsi, superando eventuali aspettative negative (o troppo positive) che le persone hanno su di noi;
  • essere consapevoli che ricevere delle aspettative molto positive può essere incoraggiante ma anche limitante;
  • prestare attenzioni e proteggersi dalle aspettative schiaccianti e paralizzanti (a questo proposito, consiglio la lettura dell’articolo sulla sindrome dell’impostore);
  • prestare attenzione alle aspettative che anche noi stessi proiettiamo sugli altri, così come ai pregiudizi e ai preconcetti;
  • prestare attenzione al nostro dialogo interno
    • (“non ce la farò mai” vs. “sono all’altezza, se studio e mi impegno ce la posso fare“);
  • chiedersi che effetto hanno su di noi le persone che ci circondano, come ci fanno sentire e quali risultati si aspettano da noi? E questo ci fa del bene o del male?
  • circondarsi di persone o buoni maestri che credono in noi, che desiderino il nostro bene e che ci incoraggino in maniera realistica;
  • prestare attenzione invece a chi ha su di noi un effetto depotenziante: chi ci svaluta o sminuisce il nostro valore, chi ci scoraggia sempre, chi invidia i nostri successi anziché condividerne la gioia, etc.

Curiosità: l’effetto Pigmalione nella mitologia, in letteratura e nei film

  • il mito di Pigmalione nelle Metamorfosi di Ovidio: Le metamorfosi, X, 243-297;
  • G.B.Shaw “Pigmalione”, commedia del 1914 ispirata al mito di Pigmalione. Narra di un insegnante di dizione che scommette con un amico di poter elevare una donna molto semplice ad un membro raffinato dell’alta società;
  • “Pigmalione” film (1938) tratto dall’omonima commedia di Shaw;
  • “My Fair Lady”, riproposizione cinematografica del 1964 con una splendida Audrey Hepburn.

  • Robert Rosenthal & Lenore Jacobson, Pygmalion in the classroom, Expanded edition, New York, Irvington, 1992.
  • Merton R.K. “La profezia che si autoavvera”, 1970.