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La salute mentale è uno stato di benessere psicologico, emotivo e sociale in cui un individuo è in grado di affrontare le sfide della vita, di lavorare in modo produttivo, di realizzare il proprio potenziale e di contribuire alla propria comunità. Riguarda il modo in cui pensiamo, sentiamo e ci comportiamo, influenzando il nostro equilibrio emotivo, la nostra capacità di gestire lo stress, di relazionarci con gli altri e di prendere decisioni consapevoli. La salute mentale non è semplicemente l'assenza di disturbi o malattie mentali, ma implica anche la presenza di una serie di fattori positivi che promuovono il benessere psicologico, come la resilienza, l'autostima, l'autonomia, la capacità di adattamento e la consapevolezza emotiva. Salute mentale definizione Coltivare la salute mentale è un processo continuo che richiede consapevolezza, impegno e cura di sé. È importante ricordare che la salute psicologica è un continuum, e ogni persona si trova in una posizione diversa lungo questa scala in diversi momenti della propria vita. Pertanto, è essenziale investire nel proprio benessere psicologico prendendosi cura di sé e del proprio benessere attraverso varie abitudini o pratiche che vedremo in questo articolo. Inoltre, l'accesso a servizi di salute mentale professionale può essere fondamentale per il trattamento di disturbi...

Quello del "bambino interiore" è uno dei concetti con cui il lavoro psicologico o psicoterapeutico ci chiede costantemente di confrontarci, non senza imbarazzo. Infatti, con tutti i notevoli sforzi compiuti per diventare adulti, può risultare irritante o sconfortante essere messi a conoscenza che dentro di noi abita ancora da qualche parte un "bambino interiore". In realtà, dentro di noi conserviamo una versione di tutte le "persone" che siamo stati: nelle pieghe della nostra memoria abitano ancora un adolescente confuso, un bambino arrabbiato o geloso, un neonato affamato. Nessuna di queste versioni di noi scompare mai del tutto, permangono come parti di noi che vengono aggiunte nel corso della vita, come gli anelli di un vecchio albero si stratificano intorno al midollo: sono sempre visibili i segni delle circonferenze precedenti e più antiche. Quando il bambino interiore è sofferente Secondo le teorie psicologiche, probabilmente qualcuno dei nostri "bambini interiori" non sta ancora particolarmente bene. Probabilmente sta ancora facendo i conti con un dolore che non sa come gestire, con una perdita per cui non sa chi incolpare, si sente solo, angosciato o prova vergogna. In questi casi, è probabile che gli adulti di riferimento, le figure di attaccamento primarie, non siano stati in grado di...

La dipendenza da internet in adolescenza fa paura a molti genitori. Di contro, viviamo in un'epoca in cui l'accesso a internet è diventato una parte essenziale della vita quotidiana, e gli adolescenti non fanno eccezione.  La diffusione delle nuove tecnologie ha comportato radicali cambiamenti nella società e all'interno delle famiglie. Il nostro modo di comunicare e di rimanere in contatto si è profondamente modificato: oggi i messaggi sono istantanei, veloci, immediati, e non per questo meno profondi e importanti. Adolescenza e social network I social network, in particolare, sono diventati una parte integrante dell'esperienza adolescenziale. Queste piattaforme offrono agli adolescenti l'opportunità di connettersi con i loro coetanei, esprimere se stessi e condividere le loro esperienze. Tuttavia, ci sono anche alcune preoccupazioni associate all'uso dei social network da parte dei ragazzi, come la privacy, la dipendenza da internet in adolescenza e il cyberbullismo. La diffusione dei social e delle nuove tecnologie non ha solo modificato i sogni delle nuove generazioni dei nativi digitali, ma ha impatto anche sul loro sviluppo. Infatti, durante l’adolescenza (che è la - ormai lunga - fase di transizione dall’infanzia all’età adulta) i ragazzi si sperimentano sui social network anche rispetto alla propria identità. Anche perché, essendo stata molto protetta dal mondo...

Il Cyberbullismo, o bullismo online, è l’espressione web-mediata del fenomeno da più tempo conosciuto come bullismo. Quest’ultimo è caratterizzato dall’esercizio, reiterato nel tempo, da parte di un bullo, o più propriamente da un gruppo di bulli, di azioni violente e/o intimidatorie su una o più vittime. La tecnologia consente ai cyberbulli di infiltrarsi nella vita e nelle case delle vittime, attraverso messaggi, immagini o video diffusi tramite smartphone o pubblicati in rete. Che cosa si intende per Cyberbullismo? Contrariamente a quanto ci si immaginerebbe, l’etimologia della parola bullismo sembra riconducibile ad una parola olandese “boel”, fratello, poi convertitasi nel termine anglosassone “bully” ossia “tesoro” (riferito ad una persona), ad un amico fraterno insomma. L’appellativo di bullo quindi, inizialmente, non veniva rivolto all’aggressore, al prepotente, ma anzi all’amico importante, al compagno ammirevole e di successo. L’accezione positiva di bravo ragazzo si è poi tramutata in quella negativa, ma risalendo alle origini sembra si possano recuperare due aspetti importanti: quello di un comportamento per lo più perpetrato “tra pari”, tra “fratelli/amici” e quello dell’ascendente che il bullo può avere presso i suoi seguaci.   Differenze tra bullismo e Cyberbullismo In entrambi i casi la vittima può essere sottoposta alle molestie e vessazioni più disparate, siano esse fisiche o...

Il vandalismo è un comportamento dannoso intenzionale che può pregiudicare la funzionalità o l'estetica di una struttura, di un monumento o di altri beni pubblici o privati. I danni causati dal vandalismo possono essere irreparabili e/o costosi da riparare. Insieme alla mancanza di rispetto dell’ambiente, il vandalismo è in realtà correlato al fenomeno del bullismo come azione non solo illegale, ma correlata a tutti quei fattori che abbiamo già citato rispetto al bullismo. Proprio in questi giorni, la stampa riporta un grave episodio di vandalismo avvenuto a Milano. In occasione dell'apertura della M4 nel capoluogo lombardo, sabato 26 novembre 2022 è stata inaugurata anche la nuova area giochi in viale Argonne. Ancor prima della sua inaugurazione, il tavolo da ping pong - dedicato dal Comune di Milano ad un giovane quattordicenne deceduto recentemente in un incidente stradale in città, e grande appassionato di ping pong - è stato deturpato ad opera di ignoti da una tag, ovvero da una firma-graffito. Questo ennesimo episodio suscita rabbia, indignazione e una forma di incomprensione: qual è la motivazione che spinge un soggetto o un gruppo a danneggiare gratuitamente un bene comune, di cui bambini e ragazzi avrebbero dovuto usufruire con gioia, e dal significato così profondo? Cerchiamo di...

In psicologia l'effetto Pigmalione è anche noto come effetto Rosenthal, dal nome dello studioso tedesco che per primo lo ha approfondito e divulgato. Si tratta di una particolare forma di suggestione o condizionamento che porta un soggetto a subire a tal punto l'aspettativa delle altre persone, da influenzare - in positivo o in negativo - le proprie azioni e i propri risultati. Si potrebbe anche comunemente leggere questo effetto come una sorta di "profezia che si autoavvera". Vediamo in questo articolo come funziona questo effetto e che conseguenze può avere. Effetto Pigmalione cos'è L'effetto Pigmalione è un fenomeno psicologico che si verifica quando le aspettative che abbiamo riguardo a una persona o a un gruppo di persone influenzano il modo in cui interagiamo con loro. Queste aspettative possono essere positive o negative e hanno un impatto sulle prestazioni delle persone con cui entriamo in relazione. Effetto Pigmalione: perché si chiama così Il termine effetto Pigmalione deriva dalla mitologia greca. Si racconta infatti nelle Metamorfosi di Ovidio che lo scultore Pigmalione forgiò la statua di una donna talmente perfetta che finì per innamorarsene. Supplicò quindi la dea Afrodite di far prendere vita alla scultura in modo da poterla sposare. Effetto Rosenthal a scuola: l'esperimento e la profezia...

La regolazione emotiva è definita come la capacità di un soggetto di essere consapevole del proprio stato emotivo e quindi di regolarlo in maniera funzionale ed adattiva: quando il sistema di regolazione emotiva funziona, abbiamo delle reazioni emotive proporzionate agli eventi che ci accadono. Tali reazioni ci permettono di affrontare gli alti e bassi della vita, di interagire con le altre persone e di comportarci in maniera congrua e costruttiva.   Cosa significa regolare lo stato emotivo? Oltre alla consapevolezza sulle proprie emozioni, questo costrutto comprende la possibilità di gestire il proprio stato emotivo, verso il basso o verso l’alto, quindi arrivando a sentirlo più o meno intensamente: in questo modo, la persona non si sente in balia della propria vita emotiva ma la padroneggia. Le componenti che vengono regolate, attraverso processi cognitivi o comportamentali, possono essere l’ampiezza, l’intensità e la durata della risposta nel reagire agli stimoli emotivi che vengono da fuori o da dentro la persona che sperimenta un’emozione, oltre ai relativi comportamenti che ne conseguono.   LA DEFINIZIONE DEL COSTRUTTO: A COSA SERVE LA REGOLAZIONE EMOTIVA? Regolare le proprie emozioni in un dato momento della vita significa modulare quelle disfunzionali o sgradevoli, e magari soverchianti, raggiungendo uno stato emotivo tollerabile. La possibilità di adattare...

Leggere ad alta voce fa bene: in ambito psicopedagogico è ormai ampiamente riconosciuta l'utilità della lettura ad alta voce durante l'infanzia e soprattutto in età prescolare. Diversi studi internazionali confermano infatti come tale attività, condivisa tra genitore e figlio, apporti numerosi vantaggi alla salute emotiva del bambino sin dai primi mesi di vita, al suo sviluppo cognitivo e psicoaffettivo e anche al rapporto con papà e mamma. La condivisione della lettura di un buon libro non significa solo trasferire delle informazioni. Si tratta di una vera e propria attività condivisa che rafforza il legame e potenzia nel bambino abilità di varia natura. Leggere ad alta voce benefici Vediamo in questo articolo quali sono nel dettaglio i vantaggi e i benefici delle letture ad alta voce. Lettura ad alta voce e vantaggi cognitivi La lettura ad alta voce promuove lo sviluppo di abilità cognitive: stimolazione della plasticità neuronale, in particolare nelle aree cerebrali che elaborano il linguaggio semantico e le competenze legate all'alfabetizzazione; potenziamento dello sviluppo della teoria della mente, ovvero della capacità cognitiva di riconoscere e distinguere i propri pensieri da quelli presenti nella mente dell'altro.   Leggere ad alta voce fa bene alla relazione Soprattutto se la pratica della lettura ad alta voce rappresenta un'abitudine consolidata tra...

Esistono davvero i bambini capricciosi? "I capricci dei bambini sono comuni e inevitabili. Prima o poi, qualsiasi bambino fa i capricci." Queste affermazioni sono molto frequenti. I capricci dei bambini rappresentano una vera sfida per la genitorialità, e possono mettere davvero in crisi una mamma o un papà impegnati nella funzione educativa della prole. Noi psicologi riteniamo però che questo l'argomento dei "bambini capricciosi" non vada banalizzato, ma che vada contestualizzato all'interno della società di oggi e soprattutto all'interno dello sviluppo psicoaffettivo del bambino. Bambini che fanno i capricci: una premessa In una società come la nostra sempre più devota “all’apparire” e al “superfluo”, è molto difficile prendersi l’onere di essere genitori. I bambini, inglobati nel circuito del consumismo oggi, crescono con una strana ed incomprensibile impostazione ideologica, originatasi dai modelli di potere, di successo, di bellezza, che vengono continuamente proposti in maniera massiccia dai mass-media, dalla televisione, trasmettendo ai bambini e ai ragazzini la sensazione di non essere all’altezza, facendoli sentire frustrati e favorendo un senso di rabbia che facilmente scivola nell’essere disposti a tutto pur di raggiungere questi modelli. Anche i cartoni animati sono oggi orientati a dimostrare quanto l’onnipotenza il potere, il “vincere” può essere il valore fondamentale per esserci nel...

Cosa intendiamo per bullismo? Negli ultimi anni il fenomeno del bullismo è spesso al centro delle notizie e dei fatti di cronaca, ma cosa intendiamo esattamente quando utilizziamo questo termine? Storia della parola bullismo La prima volta in cui il termine compare in letteratura risale al Rinascimento: Tommaso Garzoni nell’opera "La piazza universale di tutte le professioni del mondo" (Venezia, 1585). Il termine “bullo” si associa a «bravazzi, spadaccini e sgherri di piazza». Successivamente, Alfredo Panzini lo include in un dizionario definendolo voce romanesca sinonimo di "smargiasso, bravaccio, teppista". Nel corso del tempo fino ai giorni nostri, il significato assume anche accezioni più attenuate, declinandosi verso comportamenti non necessariamente violenti ma se mai arroganti, da “gradasso”. Bullismo, definizione Il significato della parola viene quindi associato a comportamenti di violenza, prevaricazione, sopraffazione, umiliazione e prepotenza con accezioni più o meno gravi. Al giorno d’oggi possiamo dire che il bullismo non passa soltanto dalla violenza fisica, ma si riscontrano anche, nell’epoca dei social, la presa in giro sistematica su larga scala, l’umiliazione e l’irrisione pubblica. Il bullismo è “un insieme di atti o comportamenti di prevaricazione e di sopraffazione” che si verificano in prevalentemente ambito giovanile ma non solo. Una serie di comportamenti aggressivi eterogenei che si manifesta con...