Leggere ad alta voce ai bambini: vantaggi e benefici

leggere ad alta voce ai bambini: vantaggi e benefici - una mamma che legge con la sua bambina

Leggere ad alta voce ai bambini: vantaggi e benefici

Leggere ad alta voce fa bene: in ambito psicopedagogico è ormai ampiamente riconosciuta l’utilità della lettura ad alta voce durante l’infanzia e soprattutto in età prescolare. Diversi studi internazionali confermano infatti come tale attività, condivisa tra genitore e figlio, apporti numerosi vantaggi alla salute emotiva del bambino sin dai primi mesi di vita, al suo sviluppo cognitivo e psicoaffettivo e anche al rapporto con papà e mamma.

La condivisione della lettura di un buon libro non significa solo trasferire delle informazioni. Si tratta di una vera e propria attività condivisa che rafforza il legame e potenzia nel bambino abilità di varia natura.

Leggere ad alta voce benefici

Vediamo in questo articolo quali sono nel dettaglio i vantaggi e i benefici delle letture ad alta voce.

Lettura ad alta voce e vantaggi cognitivi

La lettura ad alta voce promuove lo sviluppo di abilità cognitive:

  • stimolazione della plasticità neuronale, in particolare nelle aree cerebrali che elaborano il linguaggio semantico e le competenze legate all’alfabetizzazione;
  • potenziamento dello sviluppo della teoria della mente, ovvero della capacità cognitiva di riconoscere e distinguere i propri pensieri da quelli presenti nella mente dell’altro.

 

Leggere ad alta voce fa bene alla relazione

Soprattutto se la pratica della lettura ad alta voce rappresenta un’abitudine consolidata tra genitore e figlio, essa rappresenta un’esperienza di benessere emotivo-relazionale condiviso. Si tratta infatti di un vero e proprio “atto sociale” che si fonda sulla relazione affettiva tra papà, mamma e bambino.

Ma l’esperienza affettiva non è l’unico vantaggio.

Leggere insieme ad alta voce permette al bambino di imparare un lessico ricco di termini che si riferiscono a emozioni e stati d’animo.

Infatti, la lettura di storie comprende l’elaborazione di pensieri e sentimenti, e conversazioni tra i vari personaggi. Questi approfondimenti aiutano il bambino ad interiorizzare una teoria sulle emozioni e sui meccanismi che regolano i rapporti tra le persone.

Proprio grazie alla relazione con il suo bambino, il genitore promuove il suo sviluppo, e lo supporta mentre apprende nuove capacità e competenze che da solo non è ancora in grado di svolgere (dare un nome agli oggetti ed indicarli, pronunciare le prime parole, riconoscere le lettere dell’alfabeto, etc.).

La lettura ad alta voce condivisa aiuterebbe inoltre il bambino a sviluppare un attaccamento sicuro: la madre viene percepita come una base sicura a cui affidarsi, e questa fiducia e sicurezza emotiva a sua volta promuovono l’attività della lettura all’interno di un circolo virtuoso e benefico.

Riassumendo, la condivisione di questa attività valorizza la qualità del rapporto madre-bambino e il loro benessere relazionale, e allo stesso tempo stimola il bambino a esplorare il mondo circostante (e quindi anche le parole e il linguaggio), con maggiore curiosità e sicurezza.

 

Leggere a voce alta e competenze linguistiche

  • ampliamento del vocabolario;
  • apprendimento della capacità di legare il significato della parola al contesto in cui è inserita;
  • apprendimento dei prerequisiti della scrittura;
  • sviluppo dell’interesse per la lettura, che viene associata alle sensazioni di un’attività intima e piacevole.

 

La lettura a voce alta è per sempre

Questi numerosi studi inoltre testimoniano come i benefici si mantengano nel tempo. Ad esempio si è riscontrato come un gruppo di studenti di 16 anni, a cui i genitori avevano praticato la lettura ad alta voce con regolarità prima dei 5 anni (quindi in età prescolare), mostrava prestazioni migliori in test di matematica, spelling e di vocabolario.

 

Lettura ad alta voce in Italia

Una ricerca italiana del 2006 indica che la predisposizione dei genitori italiani a leggere ad alta voce sia del 20% (30% per il nord Italia, e del 10% per il sud). In particolare, l’attitudine verso questa attività si riscontra in genitori con un’età media più alta, e con un titolo di studio più elevato.

In particolare, citiamo una una ricerca del 2017 effettuata su un campione di circa 200 coppie di genitori-figli con bambini dai 3 ai 6 anni (province Como e Varese). Questo studio conferma, pur non determinando la direzione di un rapporto di causa-effetto, una correlazione tra la pratica familiare di lettura ad alta voce e un attaccamento sicuro, confermando così le implicazioni relazionali di questa attività condivisa.

 

Conclusioni

Cercando di riassumere queste informazioni, si evince che la pratica della lettura condivisa potrebbe essere utilizzata proprio per migliorare la qualità del rapporto tra i genitori e i propri bambini.

Leggere ad alta voce insieme richiede e promuove infatti la capacità di “stare insieme nella relazione”. Ipotizziamo che questa attività condivisa possa essere utilizzata anche come fattore di cambiamento, e di apprendimento di nuove modalità relazionali e interattive, atte a sperimentare la gioia di stare insieme e di godere del rapporto affettivo, oltre a permettere lo sviluppo di abilità e competenze cognitive ed amotive.

Ulteriori studi sono naturalmente necessari per approfondire le correlazioni e gli effetti causali tra le molte variabili in gioco, e per dare una direzione ai possibili interventi psicologici.


FONTI:

Fenaroli et al. (2017) Leggiamo una storia? Una ricerca sul legame tra attitudine a legger ad alta voce e alcune variabili psicologiche in bambini tra i 3 e i 6 anni.


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