Psicoterapia, psicoanalisi, EMDR
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L’inconscio spiegato ai ragazzi… ma anche agli adulti

copertina del libro Freud esploratore di sogni

L’inconscio spiegato ai ragazzi… ma anche agli adulti

“Che cos’è esattamente l’inconscio?” chiesi. Ero a digiuno di psicoanalisi, ma sapevo che quella era stata la vera grande scoperta di Freud.

“Per capire meglio, potrebbe immaginare l’inconscio come un carcere di massima sicurezza, dove sono rinchiusi dei pericolosi criminali che languiscono nelle celle da anni. Vengono sorvegliati dai secondini, ma tentano ugualmente la fuga ogni volta che si presenta loro l’occasione. quei pericolosi malviventi sono i nostri ricordi dolorosi, per lo più risalenti alla nostra infanzia, ma anche i nostri desideri, i pensieri che non osiamo esprimere e di cui ci vergogniamo a tal punto che sono segreti anche per noi. li teniamo chiusi in prigione perché quando emergono causano sintomi misteriosi. […] Il problema è che quei malviventi spesso ce la fanno a fuggire! E questo perché il mondo dell’inconscio non è inattivo, non è morto, passato, esaurito, senza possibilità di influenzare il nostro presente. Al contrario, esso agisce con vivacità sul nostro pensiero e sul nostro sentire, anzi, costituisce forse la parte più vitale della nostra esistenza. Le faccio un altro esempio. ha presente un iceberg? sa che la parte affiorante, quella che noi possiamo vedere, è minuscola rispetto a quella che rimane nascosta sotto la superficie dell’acqua? Quindi noi non possiamo calcolare la forza di impatto che avrà un iceberg solo da quel piccolo frammento visibile sopra la superficie, perché la parte più grande è sotto il mare. Per tornare all’inconscio, possiamo dire che la punta affiorante dell’iceberg equivale alla nostra parte cosciente, con i nostri pensieri di tutti i giorni di cui siamo perfettamente consapevoli, mentre quella sommersa equivale al nostro inconscio, quindi a tutti quei ricordi che ci causerebbero troppo dolore se arrivassero in superficie, o ai desideri e ai pensieri che non riusciamo a confessare neppure a noi stessi. […] La nostra esistenza non è fatta solo dei nostri pensieri coscienti, insomma, al contrario la nostra parte più grande e influente è proprio quell’enorme massa di ghiaccio sommersa e misteriosa! La verità è che le ragioni dei nostri comportamenti spesso non hanno niente a che fare con i nostri pensieri coscienti. Da quelle ragioni sommerse sotto la superficie dell’acqua vengono le nostre azioni più vere! Da quel mistero sorgono le illuminazioni improvvise, da lì arrivano le idee che cambiano il nostro destino! La poesia! L’arte! La musica!”

“E’ uno strano posto questo inconscio”, osservai affascinato.

“Stranissimo”, sorrise Freud.

[…]

“Ho intuito la possibilità di un nuovo metodo: la libera associazione. Mi sedevo alle spalle dei pazienti e stavo in silenzio, in modo che non vedendomi si sentissero più liberi di parlare. il segreto era che non seguissero un filo logico, ma dicessero tutto quello che gli passava per la testa, come se conversassero con loro stessi. non dovevano provare imbarazzo se si trattava di pensieri spiacevoli, perché io non ero lì per giudicare ma solo per ascoltarli. […] E’ stato così che sono riuscito a penetrare in quel reame fino ad allora sconosciuto, e a fare le scoperte più importanti per lo sviluppo della psicoanalisi. Per esempio, ho scoperto che l’inconscio non è muto, anzi, parla, eccome! Le è mai capitato di dire una parola al posto di un’altra? O di prendere l’ombrello invece del bastone da passeggio? Si è mai chiesto come mai nella vita quotidiana si verifichino questi piccoli scherzi?”

“Certamente, succede a tutti. Ma non si tratta solo di distrazione?”

“E’ vero, capita a tutti, ma non per caso: quando ci sbagliamo a parlare diciamo ciò che in fondo pensavamo veramente. Ogni sbaglio equivale a una confessione dell’inconscio!” Freud ridacchiò.

“Questi, però, sono solo frammenti minimi del linguaggio dell’inconscio. C’è un’altra via… […] Mi sono chiesto: qual è lo scopo dei sogni? E ho ripreso l’idea che non siano affatto inutili, ma che siano messaggi e rivelino molte cose che non sappiamo quando siamo svegli. Il problema è che questi messaggi non parlano il nostro linguaggio, perciò non comprendiamo subito cosa significano. Prima dobbiamo imparare a decifrarli, come fecero gli archeologi con i geroglifici egizi. […] I sogni portano i loro messaggi contrabbandandoli sotto i travestimenti più strani. Il compito dell’analista è sciogliere l’intrico e mettere a nudo la verità. “Ciò che è accumulato dal cuore viene starnutito dai sogni“, dice un proverbio cinese. Lo psicoanalista, come un detective, scopre il luogo e il tempo di un avvenimento dimenticato. […] Nel nostro mestiere la pazienza è la prima dote, dobbiamo imparare ad ascoltare. E la nostra arma più potente è la parola. L’analisi in fin dei conti è molto semplice: c’è una persona che parla e una che ascolta. Tutto qui!”

Parole, parole, parole, era questo il segreto della nuova cura rivoluzionaria di Herr Professor! Era così semplice, eppure lui era stato il primo a pensarci. I pazienti con disturbi che i medici non riuscivano a comprendere venivano curati con l’elettricità e i bagni freddi, oppure sedati. Nessuno aveva mai prestato orecchio alle loro sofferenze o se ne era fatto carico.

La psicoanalisi rende visibile ciò che è invisibile“, riprese Freud. “Serve ad acquisire la consapevolezza della nostra storia. Solo conoscendo noi stessi siamo liberi. La paura, invece, ci rende prigionieri. Questa conoscenza nessuno potrà mai portarcela via.”

Tratto da “Freud – Esploratore dei Sogni” di Elisa Puricelli Guerra
collana “GRANDISSIMI”, EDIZIONIel


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