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Elaborazione del lutto: come superare una perdita

elaborazione del lutto - le varie stagioni di una foglia

ELABORAZIONE DEL LUTTO:

come superare una perdita con la psicoterapia

ELABORAZIONE DEL LUTTO

 

come superare una perdita grazie alla psicoterapia

L’elaborazione del lutto è un processo della durata molto variabile, non uguale per tutti. Superare un lutto: si tratta di una tappa che, presto o tardi, tutti noi ci troviamo ad affrontare.

 

Vediamo in questo articolo quali sono le caratteristiche fisiologiche e le fasi dell’elaborazione del lutto, e cosa può essere di aiuto oltre alla psicoterapia quando dobbiamo affrontare e superare una perdita.

“E ricordati, io ci sarò. Ci sarò, su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.”

 

Tiziano Terzani a sua figlia Saskia

ELABORAZIONE DEL LUTTO: alcune premesse

Tutto ciò che l’individuo sperimenta nell’arco della sua vita – le relazioni, i successi, il dolore, l’amore, i fallimenti e persino la morte – costituisce la sua intera esistenza. Ma, mentre tutte queste esperienze, sentimenti ed emozioni vengono vissuti solitamente come funzionali, la morte è considerata una nemica da evitare e da rimandare il più a lungo possibile.

 

La scomparsa di una persona cara è un evento che sconvolge: la perdita irreversibile e il dolore che comporta non sono mai cose facili da affrontare.

 

Come si definisce un lutto?

 

Il lutto è un vissuto molto ampio e articolato. In psicologia rientrano in tale concetto tutti gli stati mentali e i sentimenti provocati da eventi più o meno attesi che provocano una modifica della vita della persona attraverso la perdita di un qualcosa, e un forte impatto psicologico generando una profonda sofferenza.

 

Il lutto non è quindi sempre legato alla morte vera e propria di una persona ma può sopraggiungere anche come conseguenza di una separazione o di un abbandono: ad esempio una separazione geografica, la perdita del lavoro, l’interruzione di un legame significativo, il chiudersi di una prospettiva, e ancora un fallimento personale, una perdita della propria immagine sociale.

 

Il lutto come evento di vita e di ricerca di senso

 

Perdite relative come le separazioni, o assolute come i lutti sono i principali eventi in cui le persone si impegnano nel conservare il più possibile integra la propria struttura di identità. Cercano quindi di conservare il proprio senso di coerenza interna e di continuità, nonostante la perdita di un elemento importante che le definiva.

 

La ricerca di senso guida l’intera esistenza di ogni essere umano, ed è nel lutto che tutti i significati raggiunti fino a quel momento rischiano di andare perduti. Proprio per questa ragione, l’elaborazione del lutto comporta il trovare un nuovo significato all’esperienza permettendo poi all’individuo di definire nuovi ruoli e obiettivi di vita.

 

Il processo dell’elaborazione del lutto:

 

Si tratta di un processo per la persona talvolta molto impegnativo: vediamone le caratteristiche.

Elaborazione del lutto quanto dura

Il lutto è un periodo di dolore di durata variabile, necessariamente da attraversare per ristabilire un nuovo equilibrio. Ogni individuo ha un suo modo di viverlo e di reagire ad esso. Solitamente, quando si inizia a stare meglio compaiono:

 

  • il miglioramento del tono dell’umore e delle problematiche psicosociali;
  • lo stato di accettazione che favorisce dello sviluppo di nuovi comportamenti orientati al raggiungimento di scopi e/o obiettivi ancora perseguibili.

 

Questo avviene generalmente entro i 18 mesi, ma può accadere che la persona resti bloccata in questa fase di lutto che, in questo caso, verrà definito patologico o irrisolto.

 

La fase acuta del lutto dovrebbe durare – indicativamente – sei mesi.

L’elaborazione di un lutto solitamente si sviluppa attraverso delle fasi che conducono al suo superamento. Vediamo quali sono.

Fasi di ELABORAZIONE DEL LUTTO

In una prima descrizione di Lindemann del 1944 si riconoscevano:

 

  • un iniziale stato di shock e incredulità
  • a cui seguiva uno di cordoglio acuto
  • e infine un processo di risoluzione di tale cordoglio.

 

 

Nel succedersi di queste fasi, l’individuo, per superare un lutto, sperimentava una sintomatologia che poteva comprendere disturbi somatici di vario tipo, sensi di colpa per la persona defunta o per le circostanze della sua morte, reazioni ostili, perdita della capacità funzionale preesistente e assunzione di tratti comportamentali tipici del defunto.

Le FASI DEL LUTTO secondo Bowlby

 

Bowlby, riprendendo questi studi nel 1982, identificò 4 fasi non lineari del lutto che caratterizzano la sua elaborazione:

 

  • la prima di DISPERAZIONE ACUTA in cui, seppure riconosciuto cognitivamente l’evento, la persona emotivamente lo rifiuta alternando dimostrazioni di calma innaturale ad improvvisi scoppi intensi di rabbia;
  • la seconda fase è quella di STRUGGIMENTO, in cui si ricerca la persona defunta e si fa esperienza di un forte dolore per la sua perdita. Questo vissuto spesso si associava ad una sintomatologia fisica con alti livelli di arousal e stati di allarme e agitazione;
  • la fase successiva è quella di DISORGANIZZAZIONE in cui la persona può sentirsi depressa e apatica, convinta che gli sforzi impiegati per riavere la persona scomparsa sono inutili. Inizia quindi un processo di revisione di se stessi e della situazione, che può portare al distanziarsi dalle amicizie e dai parenti;
  • nell’ultima fase, quella di RIORGANIZZAZIONE, inizia invece la definitiva accettazione della perdita e un nuovo modello di vita.

Nonostante nel corso del tempo molto altri studiosi si sono impegnati nella concettualizzazione dell’elaborazione del lutto secondo fasi o stadi, la teoria maggiormente diffusa e conosciuta sull’elaborazione del lutto resta quella di Elisabeth Kübler Ross (1969), che affermava come le fasi durante l’elaborazione potessero coesistere, sovrapporsi, regredire una nell’altra o addirittura non presentarsi tutte:

Le 5 fasi dell’elaborazione del lutto

  1. La prima fase è quella della NEGAZIONE E RIFIUTO. Secondo la studiosa, quando affronta un così grande dolore, la persona attiva il proprio organismo per negare l’accaduto in modo da difendersi. Questo comporta un’assenza di reazione da parte del soggetto.
  2. La seconda fase descritta è quella di RABBIA. In questa fase accade di pensare che la situazione che si sta vivendo non sia meritata. Questa presunta ingiustizia provoca nel soggetto la tendenza a voler scaricare la colpa verso qualcuno, verso la vita stessa o verso se stesso per non essere riuscito ad evitarla. Che il dolore venga quindi direzionato internamente o esternamente, esso causa in questa fase comportamenti di ritiro sociale e solitudine.
  3. La terza fase è quella di PATTEGGIAMENTO/CONTRATTAZIONE in cui si riacquista l’esame di realtà negato durante la prima fase. L’individuo cerca di riprendere il controllo sulla propria vita rivalutando le proprie risorse anche se la perdita non è ancora stata elaborata del tutto. Possono alternarsi quindi momenti di maggiore benessere a momenti di profonda tristezza.
  4. La profonda tristezza assieme ad una sensazione di grande sconforto sono stato principale della quarta fase, definita di DEPRESSIONE.  In questa fase, oltre alla possibile comparsa di una sintomatologia fisica (emicrania, insonnia e/o sonnolenza, aumento e/o perdita di peso, etc.) la persona inizia a prendere atto dell’inevitabilità della morte.
  5. Arriva quindi l’ultima fase, quella di ACCETTAZIONE DEL LUTTO, in cui si ripresenta l’interesse verso gli altri e verso nuovi obiettivi e progetti di vita. Si interrompe il processo di colpevolizzazione e si comprende e si accetta la perdita senza dimenticare la persona scomparsa. Si trova il modo di dare un senso al dolore e alla sofferenza provate, andando avanti con la propria vita.

ELABORARE UN LUTTO: perché è così difficile?

Alcuni dei soggetti che vivono un lutto complicato possono percepirsi senza prospettive, come intrappolati in una sintomatologia caratterizzata da un dolore intenso e senza fine che diventa il focus della loro esistenza. Non è percepita la possibilità di intraprendere nuove attività o relazioni.

 

Altri invece vivono la possibilità di ricominciare a vivere come un tradimento verso la persona scomparsa e mettono in atto comportamenti disadattivi di coinvolgimento eccessivo verso attività riconducibili alla persona scomparsa. Si mette in atto anche l’isolamento verso le persone vicine.

Il ruolo dell’AMBIVALENZA nell’elaborazione del lutto

 

Come abbiamo visto, la capacità di superare un lutto comprende moltissime variabili, e anche dei vissuti di AMBIVALENZA: la persona impegnata nell’elaborazione di un lutto può oscillare tra il desiderio di andare avanti (spinta verso il futuro), ma allo stesso tempo sentirsi in colpa per il desiderio di essere nuovamente felice: abbiamo quindi un’alternanza tra desideri costruttivi ed evolutivi e spinte regressive verso il passato.

 

Tutto questo è assolutamente normale: IL PROCESSO DI ELABORAZIONE DI UN LUTTO NON È MAI LINEARE MA COMPORTA UN COSTANTE DIALOGO TRA DIVERSE PARTI DI NOI, che possono essere anche parzialmente e/o temporaneamente in conflitto.

Elaborazione del lutto secondo Freud

Il primo a definire il lutto come reazione ad una perdita e non soltanto ad una morte è stato Sigmund Freud, in Lutto e melanconia (1915). Secondo Freud, per elaborare il lutto nella maniera corretta, la persona deve viverlo come un processo, durante il quale deve imparare a darsi tempo per attraversare il dolore. Ciò avviene anche tramite i ricordi dell’oggetto d’amore perso, fino ad arrivare all’accettazione la perdita.

 

Durante questo processo in cui si perde l’oggetto amato, tutta l’energia psichica che era investita su di esso deve essere rinvestita, attraverso delle fasi, verso nuovi oggetti d’amore.

  • Inizialmente l’individuo nega la perdita attraverso la costante ricerca dell’oggetto amato, mettendo in atto un vero e proprio meccanismo di difesa.
  • Successivamente, con l’emergere di rabbia e della depressione, metterà in atto difese meno arcaiche fino a quando vivrà un graduale disinvestimento dall’oggetto d’amore perduto, avviandosi ad una fase di riparazione.
  • Quest’ultima permetterà di interiorizzare l’oggetto perduto e di reindirizzare la libido verso altri nuovi oggetti d’amore, e finalmente di superare il lutto.

Elaborazione del lutto in AMORE

Anche la fine di un amore (non dovuta necessariamente al decesso di uno dei due partner) può essere paragonato, in psicologia di coppia, ad un lutto amoroso. I momenti che si vivono successivamente alla fine di un amore possono essere infatti sovrapponibili alle fasi vissute nel lutto. Alcuni studi hanno mostrato come, dopo essere stati lasciati, anche solo pensare all’altro possa attivare particolari aree del cervello coinvolte nel dolore fisico e nella dipendenza. Quando si subisce una rottura, si può incorrere in una difficoltà a restituire un senso alla propria identità.

 

Come superare un lutto in amore

 

Iniziare a riprendersi da un lutto amoroso prevede un lavoro di integrazione tra tutte le parti del proprio sé. Si tratta di parti che in realtà fanno parte di noi e che con lui/lei si sono solo attivate, oppure di parti che temiamo di non sentire più dopo la rottura.

 

Si tratta di integrare la parte bambina bisognosa d’amore con la parte adulta indipendente e ben adattata, comprendendo nuovi aspetti di noi stessi. Questo significa capire ad esempio come la tristezza possa aiutare a vedere le cose con maggior intensità, come la tenerezza possa essere data e ricevuta, e come la rabbia possa essere una forza creatrice.

COME ELABORARE UN LUTTO con il supporto della psicoterapia

Il sostegno psicologico e la psicoterapia possono essere particolarmente importanti per aiutare le persone ad affrontare il dolore e il lutto dovuto ad una morte o a grandi cambiamenti di vita. Distinguiamo però tra queste due forme di intervento:


  1. il primo viene utilizzato per sostenere le persone durante le fasi del dolore;
  2. nella psicoterapia vengono messe in atto azioni cliniche in caso di lutto complicato o di fronte a reazioni traumatiche in cui il dolore, i sintomi fisici e le strategie consuete risultino disfunzionali o non sufficientemente efficaci.

Negli ultimi anni sono emersi anche risultati che evidenziano i benefici della partecipazione ai gruppi: partecipare ad un gruppo terapeutico infatti permette di sperimentare la vicinanza di altre persone con cui si hanno in comune gli stessi sentimenti di rabbia, tristezza e paura. Poterli condividere, poterne parlare senza giudizio, abbandonando la sensazione di essere soli e incompresi, può essere una grande risorsa di sostegno. Il gruppo diventa un luogo sicuro che scongiura la tendenza all’isolamento di ogni suo partecipante, un luogo dove condividere e affrontare insieme il dolore che sembra insopportabile, dove poter finalmente scoprire nuove strategie, pensieri ed emozioni che possano favorire l’accettazione del lutto.

Superare un lutto con EMDR

Un metodo psicoterapeutico molto efficace nel trattamento e nella rielaborazione del lutto complesso è la terapia EMDR.  Si tratta di un metodo standardizzato in cui, tramite la stimolazione bilaterale attraverso i movimenti oculari, si arriva alla desensibilizzazione emotiva della perdita e ad una più adattiva elaborazione del lutto.

 

Ciò non significa ovviamente dimenticare la persona amata, o arrivare a negare l’accaduto. Si tratta di un processo di rielaborazione e integrazione dell’evento (traumatico/stressante) tale da dargli una valenza meno disturbante. In particolare, ci si sofferma su il ricordo che crea disagio e sofferenza, in modo da poterlo rielaborare e riorganizzare in memoria in modo più adattivo. L’esperienza dolorosa o traumatica diventa così più gestibile e viene riattivato il processo di auto-guarigione proprio e innato di ogni individuo.

Se ritieni che un supporto con uno Psicologo Psicoterapeuta possa esserTi utile per superare un lutto, puoi chiedere maggiori informazioni alla Dott.ssa Chiara Venturi attraverso l’apposito form contatti.

A questo link puoi scoprire come superare una separazione con l’aiuto di uno psicologo.

Qui, puoi leggere come superare una crisi di coppia.

BIBLIOGRAFIA:

 

  • Bowlby, J. (1973): Attachment and Loss. Vol. 2: Separation, Basic Books, New York. Tr. It.: Attaccamento e perdita.: Vol. 2: la separazione dalla madre. Bollati Boringhieri, Torino 2000.
  • Bowlby J. (1980). Attacchment and Loss: sadness and depression. New York: Basic Books. (Trad. It.: Attaccamento e perdita. Vol. 3. Torino: Boringhieri, 1983).
  • Bowlby, J. (1982). Costruzione e rottura dei legami affettivi. Milano: Raffaello Cortina.
  • Kübler Ross, E. (1990). La morte e il morire. Padova: Cittadella Editore.
  • Kübler Ross, E. (2002). La morte e la vita dopo la morte. Roma: Edizioni Mediterranee.
  • Lindemann E. (1944). The symptomatology and management of acute grief. American Journal of Psychiatry, 101.
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