Bias cognitivi: come funziona il nostro pensiero quando prendiamo decisioni

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Bias cognitivi: come funziona il nostro pensiero quando prendiamo decisioni

Cos’è un bias cognitivo?

I bias cognitivi sono pregiudizi mentali inconsci che possono influenzare la nostra capacità di prendere decisioni logiche e razionali. La nostra tendenza a incappare in questi errori del pensiero può essere influenzata da vari fattori, tra cui l’esperienza, l’educazione, la cultura e le credenze personali. Ciò può portare a una mancanza di obiettività nel prendere decisioni corrette e razionali.

Cos’è un bias cognitivo?

Le distorsioni cognitive chiamate bias sono spesso causate da preconcetti, pregiudizi, stereotipi e teorie parziali, e possono avere un impatto significativo sul modo in cui pensiamo, giudichiamo, decidiamo e vediamo il mondo. Possono influenzare le nostre opinioni su argomenti importanti, come la politica o la religione, e anche scelte più banali come quali prodotti acquistare o quali film guardare.

Un esempio di bias cognitivo è il cosiddetto “bias di conferma“, un effetto per via del quale cercheremo solo informazioni che confermano le nostre opinioni già esistenti. Questo può portare a prendere decisioni basate su una visione parziale della situazione, ignorando i fatti che contraddicono le nostre convinzioni.

Prestare attenzione al bias cognitivo

Riconoscere e comprendere i propri bias cognitivi è un ottimo punto di partenza per prendere decisioni più informate e obiettive. Può avere un grande impatto sul modo in cui affrontiamo problemi complessi nella vita, e nel mondo degli affetti e del lavoro. Può anche avere una notevole influenza sulla qualità delle nostre relazioni con gli altri.


Bias cognitivi: vediamo in questo articolo come funzionano il nostro cervello e il nostro pensiero quando prendiamo le decisioni. Una maggiore consapevolezza ci aiuterà ad essere più padroni dei nostri automatismi …e a commettere meno errori possibile!

Daniel Kahneman e la scoperta dei bias cognitivi

Daniel Kahneman è un economista e psicologo israeliano, Premio Nobel per l’economia nel 2002. La sua ricerca, incentrata sullo studio dei processi di pensiero e di giudizio che ci portano a prendere decisioni si è integrata con le scienze economiche: questo intreccio ha portato alla scoperta dei bias cognitivi, un concetto che è diventato un elemento importantissimo e ormai consolidato della teoria della decisione in psicologia.

Il modello, costruito insieme ad insieme ad Amos Tversky, mette in evidenza alcune tendenze fondamentali nell’elaborazione delle informazioni da parte della mente umana e l‘importanza del contesto in cui avvengono i nostri ragionamenti.

Queste scoperte hanno avuto un grande impatto sugli studi economici e psicologici, ed hanno anche aperto la strada a nuove forme di marketing basate sull’analisi della percezione umana.

Bias cognitivi: il cervello vuole risparmiare tempo ed energia

L’obiettivo primario del nostro cervello è quello di risparmiare tempo ed energia. Per fare ciò, esso predilige la ripetitività e gli schemi automatici di pensiero e di comportamento. Paradossalmente, al nostro cervello importa poco di prendere le decisioni “giuste” o che ci rendano felici: l’importante è che siano decisioni “economiche”, e che ci facciano sentire di avere preso la decisione “giusta” anche se non lo è.

Il punto è che questi automatismi ci portano a commettere errori o distorsioni sistematiche quando facciamo delle valutazioni o deduzioni logiche, e quando facciamo dei ragionamenti statistici o probabilistici.

Quando ci troviamo a dover prendere decisioni infatti, in prima battuta il nostro pensiero cerca di operare in maniera rapida, economica e impulsiva. Per esempio quando dobbiamo valutare se una persona “a pelle” ci piace o meno perché dobbiamo assumerlo nella nostra azienda, scelta che comporterebbe un ragionamento ben più complesso e approfondito.

Le euristiche: le scorciatoie del pensiero

Le euristiche del pensiero sono un meccanismo cognitivo che consente agli esseri umani di prendere decisioni rapide ed effettuare giudizi basati su regole approssimative. Sono molto utili poiché ci permettono di trovare soluzioni semplici, rapide ed efficaci. Si tratta di una scorciatoia mentale che aiuta a ridurre la complessità della realtà, semplificando i nostri giudizi e prendendo decisioni più velocemente.

Tuttavia, talvolta queste scorciatoie mentali possono portare a dei pregiudizi o errori cognitivi o di valutazione. Queste distorsioni, note anche come “bias cognitivi“, sono dovute proprio alle euristiche del pensiero. Ad esempio:

Euristica della disponibilità

La probabilità che si verifichi un dato evento viene valutata dalla nostra mente in base alla “disponibilità” di informazioni ed esempi accessibili, e facilmente rintracciabili, nel nostro pensiero (“se mi viene in mente così subito, significa che è rilevante“). Questo accade per esempio quando ci capita di vedere un incidente stradale, o di essere sul posto quando avviene un terremoto (anziché semplicemente leggerlo nelle notizie). Per un certo periodo di tempo, incuranti delle reali statistiche, valuteremo che è molto probabile che accadano terremoti o incidenti stradali, poiché questo evento o informazione è maggiormente disponibile nei nostri pensieri. Le persone tendono quindi a sovrastimare la probabilità che i loro giudizi siano corretti e a fare ipotesi basate su informazioni incomplete.

Euristica dell’affetto: quando prevalgono le emozioni

Si tratta di quel meccanismo per cui, quando ad esempio dobbiamo vendere un oggetto o un immobile a cui siamo particolarmente affezionati, ne stimiamo un valore superiore rispetto ai reali prezzi di mercato, a causa del valore affettivo che ha per noi.


In conclusione, le euristiche del pensiero rappresentano un modo veloce ed efficiente per prendere decisioni e giudicare situazioni complesse nella vita quotidiana. Tuttavia, queste scorciatoie mentali possono portare a bias cognitivi (o errori di valutazione) se non si presta la debita attenzione.

Quanti tipi di bias cognitivo esistono?

I bias cognitivi che sono stati classificati sono moltissimi (se ne contano più di 200!). Possono essere classificati in tre categorie principali: automatici, inconsci ed espliciti.

  • I bias inconsci sono quelli che vengono attivati ​​senza che la persona ne sia consapevole.
  • I bias automatici sono quelli di cui la persona è più o meno a conoscenza, ma non li riconosce come tali.
  • Infine, i bias espliciti sono quelli che la persona riconosce apertamente come tali e ne può parlare liberamente.

 

I bias cognitivi più comuni

Bias di conferma

Il “bias di conferma” è un errore cognitivo che si verifica quando un individuo cerca, interpreta, ricorda e valuta le informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni e/o preferenze. Il bias di conferma può essere pericoloso poiché può incoraggiare e confermare una distorsione della realtà e quindi decisioni sbagliate. Ciò include l’ignorare o sottovalutare le informazioni che contraddicono la propria opinione. Questo bias cognitivo è molto comune e può portare a prendere decisioni irrazionali, in quanto ognuno di noi tende a cercare le prove che danno ragione al proprio punto di vista.

Il fenomeno è stato studiato in particolare rispetto alla diatriba sull’efficacia dei vaccini. I ricercatori hanno notato che chi era tendenzialmente favorevole tendeva a googlare parole chiave come “vantaggi dei vaccini“, mentre chi era contrario optava per domande come “quali danni procurano i vaccini“, confermando così le proprie convinzioni (illudendosi di informarsi in maniera imparziale) e senza darsi la possibilità di valutare davvero i pro e contro sull’argomento.

Per evitare il bias di conferma, è importante prestare attenzione alle informazioni contrarie alla nostra opinione e considerarle con obiettività. Inoltre, è necessario essere consapevoli delle proprie convinzioni, in modo da non auto-ingannarsi in base a pregiudizi inconsapevoli.

Bias egoistico

Il bias egoistico è un concetto che si riferisce alla tendenza umana a sottovalutare l’importanza degli altri e a sovrastimare la propria. Si manifesta attraverso comportamenti come l’egocentrismo, la presunzione di conoscere tutte le risposte, la convinzione di essere infallibili e la tendenza a prendere decisioni basate sull’autocompiacimento. Ci concentriamo sulle informazioni che rinforzano la nostra autostima e ci proteggono dai feedback negativi.

Il bias egoistico può essere particolarmente insidioso quando si tratta di prendere decisioni in gruppo o quando si tenta di portare avanti un progetto comune. Se un membro del team assume che il suo punto di vista o il proprio contributo sia superiore a quello degli altri, ciò potrebbe impedire al gruppo di raggiungere un accordo o di completare il proprio obiettivo. Per evitare questo bias, è importante per le persone ascoltare i punti di vista degli altri e considerarli con equità prima di prendere una decisione finale.

Bias cognitivo di semplificazione

Il bias di semplificazione è una tendenza psicologica umana che porta le persone ad utilizzare processi di pensiero semplificati e a prendere decisioni basate su conoscenze insufficienti o incomplete. Tale tendenza può portare a formulare giudizi erronei ed a prendere decisioni veloci ma affrettate. In particolare, si tende a sovrastimare le informazioni note rispetto a quelle sconosciute, ignorando informazioni necessarie per valutare correttamente una situazione. Inoltre, si tende anche a utilizzare ragionamenti basati su assunti semplici e stereotipati piuttosto che considerare tutti i fattori in gioco. Il bias di semplificazione può causare errori di valutazione nella vita quotidiana, come l’accettazione delle notizie false o il pregiudizio verso le persone differenti dal proprio gruppo.

Bias cognitivo della negatività

Il bias della negatività è una tendenza a prestare maggiore attenzione, a ricordare e a reagire più fortemente alle informazioni negative rispetto alle informazioni positive. Si tratta di un fenomeno diffuso che può influenzare le percezioni, le decisioni e il comportamento. Si ritiene che sia in parte profondamente radicato nella struttura neurologica umana, forse come conseguenza di un’evoluzione che ha premiato le persone più inclini a prestare attenzione agli stimoli negativi per evitare i pericoli.

Bias di proiezione

Il bias di proiezione è una tendenza cognitiva che porta le persone a pensare che gli altri la pensino come noi, o che abbiano le nostre stesse caratteristiche. Si tratta di una forma di auto-percezione, in cui le persone proiettano le proprie preoccupazioni, aspettative e opinioni sugli altri. In altre parole, questo bias può spingere le persone a vedere negli altri le caratteristiche che vedono in se stesse o che temono di possedere. Ad esempio, un individuo potrebbe essere incline a sospettare che gli altri siano bugiardi (o generosi) solo perché è consapevole del fatto che mente spesso (o che lui stesso è una persona generosa). Questo tipo di tendenza alla proiezione può influire su come ciascuno percepisce la realtà e interagisce con gli altri.

Effetto del gruppo

Un altro tipo di bias cognitivo molto comune è l'”effetto del gruppo”, in cui tendiamo a conformarci alle convinzioni e alle opinioni delle persone intorno a noi anziché formulare una opinione personale.

Bias cognitivo di memoria

Il bias di memoria è una distorsione cognitiva che influenza la memoria e l’elaborazione dei ricordi. Si tratta di un meccanismo che connette i ricordi a informazioni o convinzioni precedentemente acquisite. Di conseguenza, le persone tendono a ricordare e interpretare i ricordi in modo soggettivo. La memoria distorta può anche portare ad omettere informazioni importanti o a ricordare qualcosa che non è mai accaduto. Il bias di memoria può influenzare la nostra percezione del mondo e delle persone intorno a noi.

Outcome bias o bias di risultato

Il bias di risultato è una forma di bias cognitivo che si verifica quando le persone valutano o giudicano le decisioni prese in base ai risultati ottenuti. In altre parole, i soggetti tendono a sottovalutare tutti i possibili fattori che hanno influenzato il risultato finale e a sovrastimare l’importanza della decisione presa. Questo significa che le persone danno maggiore peso al risultato della loro decisione piuttosto che alla decisione stessa. Si tratta di un errore comune, perché spesso tendiamo a ignorare gli altri fattori che hanno contribuito al risultato finale.

Effetto illusorio di recency

Questo bias cognitivo si verifica quando una persona predilige le informazioni più recenti rispetto a quelle più vecchie. Ciò significa che una persona tende a ricordare maggiormente gli eventi più recenti e a sottostimare gli eventi passati. Questo sviluppo è dovuto al fatto che i ricordi più recenti sono conservati in modo più efficiente nella memoria a breve termine. Il bias cognitivo di illusione della recency può influenzare le decisioni prese da una persona o da un’organizzazione, poiché le informazioni più recenti sono spesso percepite come più importanti e più rilevanti: ad esempio, un’azienda potrebbe assumere un dipendente sulla base delle loro performance più recenti, invece di considerare le loro performance complessive nel lungo periodo.

Bias cognitivo del senno di poi

Il bias del senno di poi è una forma di distorsione che ci porta a ricordare le nostre precedenti decisioni come migliori rispetto a quanto lo siano davvero. Questo bias ci porta a essere troppo sicuri delle nostre decisioni, nonostante in realtà possano non essere le migliori. Ciò accade perché tendiamo a ricordare le nostre precedenti decisioni come più adatte di quelle effettive, mentre dimentichiamo o minimizziamo gli eventuali errori commessi.

Bias di ambiguità

Il bias di ambiguità è la tendenza cognitiva che induce le persone a evitare situazioni che presentano un alto livello di incertezza. Questo bias si riferisce alla preferenza per la scelta di opzioni più conosciute rispetto a quelle che sono meno conosciute o non esistenti, anche se queste ultime potrebbero essere più vantaggiose. In pratica, il bias di ambiguità porta le persone a preferire l’opzione più sicura rispetto a quella che presenta magari un maggiore potenziale di guadagno ma anche un alto grado di incertezza.

Bias di ancoraggio

Il bias di ancoraggio è la tendenza cognitiva che porta le persone a dare peso eccessivo ai primi valori o informazioni che hanno ricevuto su un determinato argomento, influenzando le loro decisioni future. Si tratta di un fenomeno molto comune che può verificarsi quando si prendono decisioni in uno stato d’incertezza, come ad esempio decidere quanto è il prezzo giusto da pagare per qualcosa. Quando siamo sottoposti a questa tendenza, tendiamo a ancorare la nostra valutazione sulla prima informazione che abbiamo ricevuto e usarla come punto di riferimento. Il risultato finale è che, spesso, le nostre decisioni sono fortemente influenzate dai primi valori o informazioni e non tengono conto delle altre condizioni della situazione. Questo bias viene ad esempio “sfruttato” dai venditori per massimizzare la probabilità di successo.

Bias di rappresentatività

Si verifica quando le persone giudicano una situazione o un evento sulla base della somiglianza con un altro evento o situazione già conosciuto. Ad esempio, se qualcuno ha avuto precedentemente esperienze negative con qualcuno di un certo sesso e nazionalità, può essere più incline a credere che tutti i membri di quella categoria siano simili. Questa forma di pensiero è spesso dettata da pregiudizi e stereotipi irrazionali, piuttosto che da informazioni basate su statistiche e fatti reali. Di conseguenza, il bias di rappresentatività può portare le persone ad una chiusura, basata sul pregiudizio, verso certe tipologie di persone o situazioni.

 


Come superare un bias cognitivo?

Esistono molti diversi tipi di bias cognitivi, poiché in fondo ci servono a sentirci più sicuri nella complessità del mondo in cui viviamo. Tutti noi li commettiamo e ognuno di essi può influenzare la nostra capacità di prendere decisioni e saltare alle giuste conclusioni. Per superare queste distorsioni nella percezione, è importante essere consapevoli della loro presenza, comprendere come questi bias cognitivi influenzano le nostre opinioni, e utilizzare strategie volte a ridurre o eliminarle:

Dobbiamo imparare a prestare attenzione e a mettere in dubbio gli schemi automatici che ingannano le nostre percezioni e selezionano le informazioni che facciamo entrare.

  • Una delle strategie più efficaci per prevenire un bias cognitivo è prendere decisioni basate su dati oggettivi, piuttosto che su opinioni soggettive: considerare tutte le fonti disponibili, confrontarle e poi prendere una decisione sulla base di quelle valutazioni.
  • Mettere in dubbio le nostre convinzioni e credenze, e farsi delle domande utili: se avesse ragione lui/lei che la pensa in modo così diverso da me?
  • Imparare a incuriosirci rispetto alle informazioni che contraddicono le nostre opinioni, anche quelle consolidate.
  • Un’altra buona strategia è quella di considerare le alternative prima di prendere una decisione. Prendersi il tempo necessario per considerare ognuna delle opzioni possibili può aiutare a evitare di farsi influenzare da pregiudizi o da informazioni errate.
  • È anche importante riconoscere i propri limiti cognitivi ed essere consapevoli della propria tendenza a essere soggettivamente influenzati. Questa consapevolezza può aiutarci a mantenere la mente aperta e a valutare idee diverse dalle nostre.
  • Infine, è fondamentale discutere delle proprie opinioni con altri, in modo da ricevere feedback e confrontarsi con altri punti di vista, anche e soprattutto con persone che la pensano in modo molto diverso da noi. Questo può essere molto utile per scoprire nuove soluzioni e idee, fornendo una visione più ampia ed equilibrata della situazione.

 

Se mettiamo in pratica queste piccole strategie e accettiamo di essere fallibili nei nostri processi di pensiero e di decisione, saremo più liberi di crescere, e di evolverci e arricchirci. E potremo anche proteggerci da certe influenze sociali tossiche, o dalle influenze pubblicitarie o politiche che i media o il giornalismo di bassa qualità talvolta vogliono trasmettere.


BIOGRAFIA BIAS COGNITIVI:

Consiglio caldamente la lettura del testo “Pensieri lenti e veloci“, di Daniel Kahneman (2017).