Psicoterapia, psicoanalisi, EMDR
Per momenti di crisi, crescita personale, difficoltà relazionali, autostima, rielaborazione di traumi

Dott.ssa Chiara Venturi Blog

Nessuno sta a cuore, per un genitore, più dei propri figli. A volte però la frenesia della quotidianità non consente di dialogare in profondità con loro, e magari di osservarli da un punto di vista diverso. Proviamo allora a pensare fuori dagli schemi e sviluppare domande nuove da porre, che potranno servirci per instaurare un dialogo più avvincente, e per conoscere meglio loro, e magari anche noi stessi. COSA DOMANDARE AL POSTO DI "COME E' ANDATA LA TUA GIORNATA?" - qual è stato l'episodio più interessante oggi? - cosa hai imparato oggi? - cosa ti ha fatto sorridere oggi? - hai fatto qualcosa di divertente, sciocco, o interessante? - cosa ti ha fatto meravigliare oggi? - hai avuto occasione di aiutare qualcuno? - hai fatto qualcosa di buon per te stesso? - sei stato orgoglioso di te oggi? in quale circostanza e perché? - ti sei sentito triste? - hai dovuto imparare qualcosa di difficile? - a che gioco hai giocato con i tuoi amici? - a chi eri seduto vicino a pranzo? - con chi vuoi essere amico tra i tuoi compagni di scuola? - chi, tra i tuoi compagni di classe, è completamente diverso da te? - qual è il maestro che ti piace di più, e quale di meno? - se tu fossi maestro...

Sei arrabbiata? Prova la stanza dello sfogo C’è un posto dove sfogare la propria rabbia urlando e spaccando tutto è concesso. Si chiama proprio così: “rage room”, la stanza della rabbia. Dopo aver conquistato americani e giapponesi, ha cominciato a spuntare in varie città d’Italia, da Milano a Roma, da Rimini a Bari, accogliendo manager stressati, amici traditi, cuori infranti e chiunque avesse voglia di esprimere la propria collera nel modo più rudimentale possibile. La sensazione? Elettrizzante, liberatoria, almeno nell’immediato. Ma un sentimento così complesso e delicato va gestito ed elaborato, avvertono gli psicologi. Rage Rooms: un posto dove (quasi) tutto è lecito Anger Games, Time Out, Rage Cage. Cambiano i nomi, ma la formula è la stessa. Entra, distruggi ed esci. Funziona così: ci si iscrive online o telefonando, ci si presenta il giorno e l’orario pattuito e si viene addestrati dagli addetti ai lavori circa il regolamento e l’uso corretto del luogo. Armamentario della rabbia (mazze da baseball, ferri da golf, badili, piedi di porco), vestiario antinfortunistico e kit di oggetti da rompere vengono forniti dal personale. Non è consentito distruggere altro né manomettere il locale (microfoni e telecamere controllano che le norme vengano rispettate e il personale supervisiona il...

"Donne che odiano le donne", di Roberta Camisasca, Silhouette Donna ottobre 2018. Battute, commenti sprezzanti o gesti di esclusione: a volte le crudeltà compiute per invidia da persone del nostro stesso sesso fanno molto male. Ecco come reagire in base al torto subito. In un periodo storico in cui i casi di abusi e maltrattamenti riempiono le prime pagine dei giornali, spesso le donne devono fare i conti anche con forme subdole e latenti di aggressività quotidiana che non trovano giustizia nelle aule dei tribunali, perché si fa fatica a riconoscerle. O a chiedere aiuto. Si chiama violenza intragenere e racchiude una serie di comportamenti crudeli, compiuti da donne su altre donne per i motivi più disparati, dall’invidia all’insicurezza: non lasciano segni sulla pelle ma sono capaci di distruggere serenità e autostima. Ci sono varie forme con cui può manifestarsi: è bene conoscerle, saperle identificare e trovare le strategie per difendersi. Perché succede Non esistono statistiche sugli episodi di violenza al femminile, un fenomeno che sfugge alle classificazioni e alle denunce, perché sotterraneo, spesso taciuto dalle stesse vittime, inconsapevoli di essere tali o troppo impaurite per ribellarsi. Eppure le conseguenze di una parola di troppo o di un gesto scorretto possono essere, a...

Cos'è la Sindrome di Münchhausen per procura? Scopriamolo alla luce di Sharp Objects,  una nuova intrigante miniserie HBO con 8 episodi, distribuita in Italia da Sky Atlantic. Il genere è catalogato come drammatico-giallo-thriller, e le caratterizzazioni dei personaggi, così come le dinamiche e i rapporti che li legano, ben si prestano a interessanti riflessioni psicologiche. La serie è tratta dal romanzo "Sulla pelle" di Gillian Flynn. ATTENZIONE *** SPOILER: la lettura dell'articolo non è consigliata prima della visione della serie. La trama La trama ruota attorno ad una giovane donna, Camille, che per via di complicate vicissitudini familiari vive lontana dal paese d'origine ed è giornalista di professione. Della protagonista sappiamo che è dipendente dall'alcol e che ha praticato per lungo tempo il cutting, procedura per cui il soggetto si taglia sul corpo con oggetti acuminati ed affilati (per l'appunto, "sharp objects"), fino a ferirsi e quindi a portare segni sul corpo di una serie di cicatrici. Capiremo nel corso delle puntate le ragioni dell'allontanamento della ragazza dalla famiglia di origine. Ad ogni modo risulta da subito evidente la sofferenza della protagonista, che tenta di allontanare dalla coscienza i propri vissuti traumatici attraverso l'utilizzo dell'alcol (sostanza depressiva del sistema nervoso) e del cutting, comportamento...

"L'arroganza è pensare di essere superiori agli altri. L'autostima è non sentirsi inferiori a nessuno."  (Anonimo) Arroganza significato L'arroganza è una forma di orgoglio che porta le persone a credere di essere più importanti e migliori degli altri. Può essere definita come un atteggiamento eccessivamente presuntuoso e arrogante, accompagnato da una superiorità percepita rispetto agli altri. Può anche portare ad atteggiamenti estremamente critici e sprezzanti nei confronti del prossimo o verso altri gruppi o persone. Arroganza e relazioni L'arroganza è un atteggiamento che può danneggiare le relazioni con gli altri, in particolare quando le persone si comportano in modo prepotente nei confronti di qualcuno che è meno forte o meno potente. L'arroganza può anche portare all'isolamento sociale, poiché le persone arroganti non sono semplici da frequentare, e talvolta anche sgradevoli. Una persona arrogante può avere difficoltà a relazionarsi con gli altri in modo equilibrato. Il loro essere autoritari può portarli a trattare gli altri con disprezzo e mancanza di rispetto, considerandosi al di sopra degli standard morali o sociali comuni, provocando negli altri sentimenti di sfiducia, rabbia e frustrazione. Arroganza e psicologia L'arroganza è anche spesso accompagnata da un'alta opinione di sé o da un senso di superiorità rispetto agli altri. Le persone arroganti credono che nessuno possa competere...

Stress da rientro: ci siamo! Il mese di agosto, quello che abbiamo aspettato per tutto l'anno, è terminato. Si rientra in città, magari ancora abbronzati e dentro agli occhi le immagini delle persone e dei luoghi di cui ci siamo circondati durante le nostre ferie. Ed eccoci a rimpiangere il tempo libero e dilatato, l'assenza di impegni, responsabilità e scadenze, la compagnia di famiglia e amici, magari pianificando già il prossimo viaggio? Lo stress da rientro al lavoro è dietro l'angolo. Stress da rientro come riconoscerlo Lo stress da rientro alla quotidianità, o "sindrome da rientro" è molto comune (secondo l'Istat, ne soffre circa il 35% degli italiani) e ha un nome specifico anche in inglese: post-vacation blues. Sindrome da rientro sintomi: come si manifesta? La sindrome da rientro si presenta come malessere fisico e psicologico, che subentra al rientro al lavoro dopo le ferie, e spesso qualche giorno prima. Possono presentarsi, da un punto di vista psicologico: apatia, malinconia, tono dell'umore basso e pensieri tristi; ansia, inquietudine e sensazione di disagio; difficoltà a dormire; spossatezza e stanchezza, dovute alla brusca virata di una mente sgombra da preoccupazioni verso l'immersione in impegni, orari e doveri; irritabilità e nervosismo, difficoltà di concentrazione; mancanza di entusiasmo nel riprendere la...

"Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo", così inizia il capolavoro letterario Anna Karenina di Lev Tolstoj, 1877. Oltre un secolo dopo, lo scrittore Alejandro Jodorowski ne La danza della realtà scrive: "Le sofferenze familiari, come gli anelli di una catena, si ripetono di generazione in generazione, finché un discendente acquista consapevolezza e trasforma la sua maledizione in una benedizione". Anche la letteratura dunque, oltre alla psicologia, si è occupata del complesso tema delle dinamiche familiari, che possono essere fonte di sofferenza o di felicità, e fungere così da fattore di rischio oppure da fattore protettivo per la salute psicologica del soggetto. Ma cosa significa "sofferenza familiare", e come può essa influenzare non solo la vita del soggetto individuale, ma anche la psiche di chi è legato a lui da stretti vincoli di parentela? Considerando anzitutto i grandi Traumi (quelli con la T maiuscola, in grado di fare sviluppare un PTSD, ovvero un disturbo post traumatico da stress), l'epigenetica ci spiega che il trauma viene tramandato alle generazioni successive non tanto attraverso il DNA, ma se mai attraverso la sua espressione, tramite i comportamenti appresi. Come avviene questo fenomeno? Il portatore del trauma metterà...

Un recente studio pubblicato su Development and Psychology mette in evidenza l'importanza del contatto fisico tra mamma e bambino nel periodo neonatale. In particolare, lo studio riguarda la branca dell'epigenetica, ovvero la scienza biologica che studia l'espressione dei geni e la trasmissione di caratteri ereditari non direttamente attribuibili alla sequenza del DNA. I risultati dello studio mostrano che i neonati che hanno ricevuto un basso livello di contatto fisico dal loro caregiver, hanno mostrato più in là con gli anni un livello di distress maggiore (pianto, agitazione, angoscia) e si è osservato un maggiore livello di immaturità biologica. In sostanza, le tenerezze fisiche (abbracci, carezze, coccole) ricevute dal bambino possono modificare l'espressione dei suoi geni. Del resto non è la prima volta che la psicologia e le scienze umane si occupano di questo argomento. ALTRE OSSERVAZIONI NEI SECOLI PRECEDENTI La leggenda (o la storia? non è chiaro) vuole che già Federico II di Svevia (1194-1250) avesse condotto un esperimento inizialmente volto a scoprire quale idioma gli esseri umani parlassero naturalmente. Egli diede così l'ordine di far crescere un gruppo di bambini da balie o nutrici che dessero loro da mangiare e bere e li tenessero puliti, ma senza fornire loro coccole o tenerezze,...

L'accesso alla psicoterapia avviene nella maggior parte dei casi quando un sintomo irrompe o si acuisce nella storia del soggetto, creando sofferenza e disagio. È più raro che i pazienti (analizzandi, clienti...

Quotidianamente abbiamo occasione di incrociare persone nuove: sul lavoro, nella vita privata, nei locali pubblici...